Di Brando Ricci
ROMA – Sono circa 20.000 le coltivatrici indiane che, in occasione della giornata internazionale della donna che si celebra oggi, hanno raggiunto i sobborghi della capitale Delhi per unirsi alla mobilitazione di migliaia di contadini che da mesi protestano contro tre leggi agrarie approvate dal governo del primo ministro Narendra Modi.
Secondo quanto rendono noto i sindacati dei coltivatori, si legge sul quotidiano The Indian Express, le dimostranti hanno iniziato a muoversi ieri soprattutto da alcune province dello Stato settentrionale del Punjab, uno delle principali aree agricole del Paese. Secondo Sukhdev Singh Kokrikalan, dirigente di uno dei più grandi sindacati dell’India, il Sukhdev Singh Kokrikalan (Bku), le lavoratrici sono giunte a bordo di centinaia e centinaia tra bus, minibus e piccoli veicoli di vario tipo.
Le attiviste hanno indossato scialle di colore giallo, che rappresentano il colore dei campi di senape, uno dei prodotti che caratterizza l’agricoltura del Punjab, e hanno promosso dibattiti e comizi nei centri organizzati dai contadini ai confini dell’area metropolitana della capitale.
I provvedimenti voluti da Modi sono contestati perché, tra le altre cose, favorirebbero i grandi gruppi privati. La rivendicazione contro queste misure, che prosegue da fine novembre, passa dunque anche per la protesta delle donne. Stando ai dati dell’ong Oxfam, l’85 per cento dei lavoratori agricoli dell’India sono donne, nonostante queste posseggano appena il 15 per cento delle terra. Un contributo fondamentale, il loro, a cui si aggiunge spesso la responsabilità della gestione della famiglia. “Molte contadine torneranno a casa già domani” ha detto al riguardo Balbir Kaur, una dirigente dell’ala femminile di Bku. “Sono molto occupate con i loro figli, che in questi giorni devono sostenere gli esami scolastici”.
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