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A Gaza ultimatum scaduto, ma gli Usa non tagliano le forniture militari

MondoA Gaza ultimatum scaduto, ma gli Usa non tagliano le forniture militari

ROMA – “Consentite più aiuti umanitari a Gaza entro 30 giorni, o potremmo ritirare il nostro supporto militare”. Così affermava il presidente degli Stati Uniti Joe Biden lo scorso 13 ottobre in una comunicazione riservata, indirizzata al ministro degli Affari strategici, Ron Dermer, e al ministro della Difesa – poi rimosso dal premier Netanyahu giorni fa – Yoav Gallant. Un ultimatum a vuoto. È scaduto ieri il termine, e Washington non taglierà sulle forniture di armi a Israele come ha confermato un portavoce del governo.

La missiva di ottobre, poi trapelata sui media locali, arrivava a quasi due settimane dall’avvio, da parte dell’esercito israeliano, di una operazione di terra nel nord della Striscia che ha causato centinaia di morti e ha costretto allo sfollamento centinaia di migliaia di palestinesi residenti. Il 22 ottobre, l’organizzazione israeliana B’tselem accusava il governo israeliano di stare conducendo, attraverso un assedio continuativo, un’azione di pulizia etnica. Le poche organizzazioni umanitarie operative sul campo, insieme alle agenzie Onu, avvertono che le condizioni nella Striscia di Gaza sono oggi peggiori rispetto a qualsiasi altro momento dei tredici mesi di guerra. Su X, l’agenzia per i profughi palestinesi Unrwa – che Israele ha messo al bando di recente – oggi avverte che “Oltre 1,7 milioni sono rimasti senza razioni alimentari, poiché all’Unrwa è stato negato l’accesso al nord assediato per oltre un mese”. Nella Striscia “si profila una carestia”.

USA: “POCHI PROGRESSI MA GLI ISRAELIANI NON VIOLANO LA LEGGE STATUNITENSE”

Nella missiva americana di ottobre, Washington avvertiva l’alleato israeliano del taglio di forniture militari “se la situazione della popolazione a Gaza non migliorerà”. Ieri, in conferenza stampa, il portavoce del dipartimento di Stato, Vedant Patelha, ha affermato che Israele ha compiuto alcuni buoni, seppur limitati, progressi nell’incremento del flusso di aiuti umanitari a Gaza e che i progressi finora compiuti devono essere integrati e sostenuti, ma “noi, al momento, non valutiamo che gli israeliani stiano violando la legge statunitense”. “Non stiamo dando un lasciapassare a Israele”, ha detto Patel. “Vogliamo vedere migliorare la situazione umanitaria nel suo complesso e pensiamo che alcuni di questi passaggi consentiranno di creare le condizioni affinché ciò continui a progredire”.

L’APPELLO DEL PAPA: “PREGHIAMO PER LA PACE, ABBIAMO TANTO BISOGNO DI PACE”

“Non dimentichiamo i Paesi in guerra”. È l’ennesimo appello con cui il Papa ha concluso l’udienza generale di oggi in piazza San Pietro, salutando i fedeli di lingua italiana.
“La martoriata Ucraina soffre, non dimentichiamo l’Ucraina!”, ha esclamato Francesco: “Non dimentichiamo la Palestina, Israele, il Myanmar e tante nazioni in guerra”. “Non dimentichiamo quel gruppo di palestinesi mitragliati, innocenti”, ha ripetuto il Papa: “Preghiamo per la pace, abbiamo tanto bisogno di pace!”.

 
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