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Alemanno battezza ‘Indipendenza!’ e attacca “l’atlantista” Meloni

Alemanno battezza 'Indipendenza!' e attacca "l'atlantista" Meloni

“Italia sempre più colonia, riprendiamoci le chiavi”. Domani c’è anche Rizzo

Roma, 25 nov. (askanews) – La parola ‘Indipendenza’, in maiuscolo corsivo, scandita per sillabe e con un punto esclamativo, al centro di uno sfondo blu e, in basso, un nastro tricolore. Gianni Alemanno ha presentato nome e simbolo del suo movimento, nella prima delle due giornate al Midas Palace Hotel sull’Aurelia a Roma che tiene a battesimo il nuovo partito ‘Movimento Indipendenza’ che aspira a presentarsi alle prossime Europee. Un partito che sui “valori” è “il più a destra di tutti” e sui diritti sociali “il più a sinistra”. Che parla con il comunista Marco Rizzo, fondatore di Democrazia sovrana popolare, con cui fare battaglie “insieme” come sullo stop delle armi all’Ucraina. Anche se sul palco e in platea, in realtà, c’è tanta, tanta destra.

“L’Italia è sempre più una colonia, vogliamo riprenderci le chiavi di casa, non più gruppi finanziari che speculano sulla nostra economia, siamo fuori dai vecchi schemi di destra e di sinistra”, dice l’ex sindaco di Roma, ex ministro e leader della destra sociale Alemanno in un filmato dove ad apparire, tra i ‘nemici’ del movimento, è stata l’immagine dell’ex premier ex presidente Bce Mario Draghi, alla cui vista la platea ha espresso immediatamente la propria contrarietà (“sta m…” e “servo di Davos”).

A spiegare il simbolo Massimo Arlechino, il quale ha sottolineato che l’obiettivo del movimento è ‘tirare fuori’ l’Italia “dalla sudditanza sociale, economia e politica che è alla base di tutti i suoi problemi”. Il colore blu nella tonalità scelta nell’800 in piena rivoluzione industriale “simbolo della classe operaia”. Dopo di lui la parola va a Simone di Stefano, ex Casa Pound: “Diventiamo indipendentisti per recuperare questa nazione e riportarla nelle mani del popolo italiano”.

Poi Alemanno si prende un’ora: “ce ne hanno dette di tutti i colori, ci hanno preso in giro, hanno cercato di dividerci, ma noi siamo cresciuti e oggi possiamo lanciare la sfida verso le stelle, la scalata che ci porterà a incidere davvero nella politica italiana”, ha esordito Alemanno. L’attacco alla Premier Meloni è netto: guida il governo “più atlantista d’Italia. Con quello che sta facendo, c’è da rimpiangere Fanfani, Moro e Craxi”. Dopo essersela presa con Bruxelles e con il “conglomerato statale americano espressione dei grandi gruppi oligopolistici che dominano in mondo dal punto di vista finanziario”, ha bocciato il piano Mattei per l’Africa, le multinazionali “affamano quei popoli che vengono da noi a invadere le nostre periferie”, e indicato la via di un “mondo multipolare” che superi i “vincoli europei” e punti alla “saldatura tra ceto medio e ceto popolare” sui cui “conti correnti vogliono mettere le mani” mentre si lavora a “consegnare tutte le nostre spiagge alle multinazionali”.

Nel suo discorso ha ricordato l’esperienza nel Fronte della gioventù e un libro di “quarant’anni fa”, dal titolo ‘Le radici e il progetto’ con il sottotitolo ‘Idee per un movimento di indipendenza nazionale’ (con le firme di “molti dirigenti” come Rampelli, Augello, Granata) per “superare i vecchi schemi di sinistra e di destra”. Ha citato Giorgio Almirante, funzionario del regime fascista durante la Repubblica di Salò e tra i fondatori del Movimento sociale italiano, che “diceva: se parliamo di valori, non c’è nessuno più a destra di noi. Se si considera la giustizia sociale è il partito più a sinistra di tutti”.

Nel documento assembleare sono indicati cinque pilastri: la cultura “identitaria e l’appartenenza comunitaria del popolo italiano”, la “dottrina sociale cattolica”, “l’umanesimo del lavoro”, “l’autodeterminazione dei popoli” e i “principi fondamentali della Costituzione”.

Domani, alle 11, è prevista una tavola rotonda dal titolo ‘Pace e mondo multipolare: stop al massacro a Gaza, difendere tutti i popoli’, cui parteciperanno il sindaco di Betlemme Hanna Hanania, arrivato al Forum questa sera, e anche il comunista Marco Rizzo, fondatore di Democrazia sovrana popolare. “Quando si è scoperto che Marco Rizzo sarà qua, qualcuno ha pensato che gli si rompe il giocattolo ai signori del potere perché Meloni e Schlein dicono le stesse cose sulle cose essenziali. Chiarisco: io il partito lo voglio fare con voi. Ma io e Marco Rizzo ci parliamo, in Tv ormai siamo una coppia, un matrimonio civile”.

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