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Berta Cáceres, la ‘luchadora social’

Berta Cáceres, la ‘luchadora social’

ROMA – Sono passati cinque anni dalla morte di Berta Cáceres, leader del popolo lenca, co-fondatrice e direttrice del Consiglio civico delle organizzazioni popolari e indigene dell’Honduras (Copinh) uccisa nella sua casa a La Esperanza nella notte tra il 2 e il 3 marzo 2016 per le sue lotte in prima linea contro la costruzione della centrale idroelettrica di Agua Zarca, la cui costruzione sul Rio Gualcarque era stata affidata alla Desa. L’impegno speso in difesa della terra e dei diritti del popolo lenca le valse nel 2015 il Global Environmental Prize, ma il riconoscimento internazionale non la protesse dall’attentato, per cui dal dicembre 2019 sono alla sbarra sette persone e nessun mandante. Sulle tracce di chi ha ideato l’uccisione della ‘luchadora social’ la giornalista Nina Lakhani, che nel libro ‘Chi ha ucciso Berta Cáceres?’ – recentemente pubblicato in Italia dalla casa editrice indipendente Capovolte – ricostruisce anche le indagini e il processo, che in questo mese vedrà imputato il dirigente Desa David Castillo.

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