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Comm. Ue propone deroga Pac, sindacati agricoli: troppo poco

Comm. Ue propone deroga Pac, sindacati agricoli: troppo poco

Sotto accusa la durata di un anno e le troppe limitazioni imposte

Roma, 31 gen. (askanews) – La proposta della Commissione Europea, che oggi ha inteso fornire quella che definisce “una prima risposta politica concreta per affrontare le preoccupazioni sul reddito degli agricoltori”, dando loro la possibilità di avvalersi di deroghe per l’anno 2024 a quelle norme della Pac che li obbligano a mantenere determinate aree non produttive, arriva nei giorni in cui la protesta degli agricoltori in tutta Europa si è fatta più aspra. E anche in Italia, con cortei, presidi e mobilitazioni di agricoltori con i loro trattori in tutto il paese. Anche a Verona, dove oggi si inaugura Fieragricola. Proprio domani, in vista del vertice straordinario sul bilancio della Ue, è annunciata una manifestazione degli agricoltori dalle 9.30 in Place du Luxembourg, di fronte al Parlamento europeo, di agricoltori provenienti dal sud e dal nord dell’Unione Europea.

La Commissione Europea riconosce che gli agricoltori si trovano ad affrontare “una gamma eccezionale di difficoltà e incertezze”. In particolare, l’ultimo anno è stato caratterizzato da un numero importante di eventi meteorologici estremi, tra cui siccità, incendi e inondazioni in varie parti dell’Unione. Eventi che influiscono sulla produzione e sulle entrate, nonché sull’esecuzione e sul calendario delle normali pratiche agronomiche, il che comporta una forte pressione sugli agricoltori affinché si adattino.

Ancora, gli elevati prezzi dell’energia e dei fattori produttivi derivanti dall’aggressione della Russia contro l’Ucraina, l’inflazione, i cambiamenti nei flussi commerciali internazionali e la necessità di sostenere l’Ucraina hanno creato ulteriori incertezze e pressioni sul mercato. Anche il prezzo dei cereali è diminuito drasticamente rispetto al 2022, il che ha portato il valore della produzione di cereali nell’UE27 a diminuire da 80,6 miliardi di euro nel 2022 a 58,8 miliardi di euro nel 2023, una riduzione di quasi il 30%. “In queste condizioni – si spiega in una nota – l’obbligo di mettere a riposo i seminativi può avere un impatto negativo significativo a breve termine sulle entrate di alcuni agricoltori”.

“Gli agricoltori sono la spina dorsale della sicurezza alimentare dell’UE e il cuore delle nostre zone rurali”, ha detto in tono rassicurante la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Ma la proposta, pur richiesta a gran voce dai rappresentati di categoria da tempo, non sembra avere incontrato il loro favore.

La risposta della Commissione Ue alle difficoltà degli allevatori non ha infatti suscitato l’entusiamo dei sindacati europei e italiani. Il Copa e la Cogeca parlano di un “progresso” che però “arriva tardi nel calendario agricolo e rimane limitato”. In Italia Cia definisce la deroga “un ‘contentino’ che lascia perplessi su modalità e durata”. Mentre per Confagricoltura si tratta di “una proposta con un sovraccarico di condizioni tale da limitare in modo significativo l’efficacia della misura. Il testo va modificato – chiede il presidente Massimiliano Giansanti – per aumentare effettivamente le produzioni di cereali e semi oleosi”.

Sotto accusa il fatto che la deroga all’obbligo di mantenere il 4% di terreni incolti sarebbe limitata al 2024 e condizionata a ulteriori impegni ambientali, visto che possono accedere allo stop solo chi coltiva colture azoto-fissatrici (come lenticchie, piselli o fave) e/o colture intercalari sul 7% dei propri seminativi con anche il divieto di usare prodotti fitosanitari. Secondo la proposta della Commissione in aggiunta, per le intercalari, è previsto un coefficiente di ponderazione dello 0,3 per cento. In pratica, ogni ettaro reale sarebbe equiparato a 0,3 ettari.

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