TRIESTE – “Il Friuli Venezia Giulia da lunedì sarà zona arancione. L’anticipazione mi è stata fornita in via informale dal ministro della Salute Roberto Speranza”. Lo ha riferito il governatore Massimiliano Fedriga. “L’ingresso in zona arancione dall’8 marzo- ha aggiunto Fedriga- è riconducibile non tanto all’indice Rt quanto al repentino e vistoso aumento dei contagi nel nostro territorio regionale che ci colloca a rischio alto”.
Ancora domani (sabato) e domenica le sole aree delle ex province di Trieste e Pordenone permarranno gialle; da lunedì tutto il territorio del Friuli Venezia Giulia sarà pertanto zona arancione, con didattica a distanza per le scuole medie, superiori e università.
REGIONE FVG: “IN CASO DI ZONA ARANCIONE, SCATTANO RISTORI”
“Il provvedimento ristori approvato oggi in via preliminare dalla giunta regionale tiene conto, per bar e ristoranti, delle diverse limitazioni attualmente imposte alle province di Udine e Gorizia rispetto a Pordenone e Trieste, differenziando gli importi. È evidente però che qualora il ministero della Salute decretasse la zona arancione per tutto il Friuli Venezia Giulia i ristori saranno adeguati per l’intero territorio regionale”. Lo fa sapere in una nota l’assessore regionale alle Attività produttive, Sergio Emidio Bini, sottolineando che quella approvata dalla giunta è una misura suscettibile di ulteriori modifiche in considerazione del mutevole quadro di rischio del contagio da Covid.
La delibera che conta su una dote finanziaria di 21,4 milioni di euro, sarà approvata in via definitiva, spiega Bini, “soltanto dopo l’ulteriore importante passaggio all’esame della competente commissione consiliare che si riunirà martedì 9 marzo”. I beneficiari sono soggetti interessati dai provvedimenti di restrizione o chiusura delle attività dovuti alla situazione pandemica che hanno subito una perdita del fatturato medio mensile 2020 di almeno il 20% rispetto al 2019. Devono avere sede in Friuli Venezia Giulia ed essere iscritti al registro delle imprese. Per guide turistiche, bed e breakfast e maestri di sci, invece, valgono le iscrizioni ai rispettivi albi o elenchi riconosciuti dalla Regione.
Le domande vanno presentate online dal 18 al 29 marzo prossimi, e possono presentarle le imprese attive al 23 febbraio 2020 e ancora in attività, mentre le imprese stagionali anche se sono nel periodo di inattività. Gli importi variano a seconda delle categorie individuate con i codici Ateco. In generale, prosegue la nota, al commercio al dettaglio e commercio ambulante vanno 1.000 euro; ad agenti e rappresentanti di commercio dell’alimentare e tessile 500; a fabbricazione e confezionamento abbigliamento 700; alla filiera eventi (congressi, matrimoni, cerimonie) tra 700 e 1.400 euro; per la filiera del trasporto persone, agenzie viaggio e guide vanno da 700 a 4.500; per la filiera della pubblicità (che include anche traduzione e interpretariato) il contributo è di 700 euro. Per alberghi, ristoranti e bar, i ristori variano tra mille e 10 mila euro, con una differenziazione negli importi per bar e ristoranti a seconda della fascia di rischio territoriale.
Attualmente bar e ristoranti delle ex province di Udine e Gorizia avranno contributi rispettivamente di 2.000 e 2.500 euro, mentre quelli di Pordenone e Trieste 1.400 e 1.800 euro. Nel settore alberghi, i ristori più alti sono attribuiti agli esercizi di montagna, con differenziazione per campienza: 4.500 euro fino a 30 posti letto; 7.000 euro fino a 60; 10 mila euro oltre 60 posti letto. Nel resto della regione, per le medesime fasce di capienza, i ristori sono di duemila euro più bassi.
Infine nel settore sportivo, conclude Bini, vengono ristorati con 1.500 euro i gestori di palestre, piscine e i maestri di sci, purché iscritti all’albo del Collegio dei maestri di sci per l’anno 2021 e in possesso di uno di questi requisiti: per i soci delle scuole di sci autorizzate, reddito superiore a 2.500 euro o, per i professionisti individuali, essere in possesso di partita Iva nel 2020 e 2021.
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