ROMA – “Dal punto di vista dell’Ugl dopo un anno di pandemia il bilancio è assolutamente negativo, perchè ci troviamo nuovamente in zona rossa, con misure restrittive rigide che penalizzano i cittadini: di nuovo chiusi, anche se abbiamo alle spalle un anno di grandi sofferenze vissute da tutta la comunità, in particolare dagli operatori sanitari”. Così Gianluca Giuliano, segretario nazionale della Federazione Ugl Salute, nella videointervista all’agenzia Dire. Classe 1977, romano, fisioterapista, Giuliano inizia la propria gavetta in Ugl nel 2006; nel 2015 è segretario provinciale dell’Ugl sanità e tre anni dopo ne diventa segretario nazionale. Riconfermato quando nel 2021 nasce la Federazione Ugl Salute dalla fusione tra Ugl sanità e Ugl medici.
Se è vero che bisogna curare quando si è colpiti dalla malattia, nel comparto della sanità c’è un problema in più che riguarda proprio la sicurezza degli operatori. Cosa sta facendo l’Ugl su questo fronte?
“Sin dall’inizio della pandemia- dice Giuliano- ci siamo esposti molto, chiedendo la fornitura dei dispositivi di protezione che, però, mancavano del tutto. Era in effetti un problema di carattere generale che ha coinvolto tutta l’Italia, che si è fatta trovare impreparata, anche perchè nel nostro paese non esisteva un Piano pandemico”.
Oggi fortunatamente questo problema sembra essere superato ma, lamenta Giuliano, “di fatto continuiamo a sollecitare le istituzioni, dal ministero alle regioni, perchè garantiscano le massime condizioni di sicurezza a tutti gli operatori”.
Secondo Giuliano, che cita numeri davvero impressionanti contenuti nell’ultimo report dell’Inail, “in questo momento è fondamentale rispettare tutti i protocolli di sicurezza. È quello che chiediamo e che continueremo a chiedere. Lo dobbiamo agli oltre 100.000 operatori sanitari contagiati e ai molti che, purtroppo, hanno perso la vita”.
“Tutti noi- afferma Gianluca Giuliano- oggi possiamo fare affidamento sul vaccino, l’unica soluzione che abbiamo a disposizione per uscire da questa pandemia. C’è un dato incoraggiante che ci fornisce la fondazione Gimbe: gran parte degli operatori sanitari è stata vaccinata e questo ha determinato una diminuzione consistente del numero dei contagi”.
Eppure non tutti coloro che lavorano nel settore della sanità sembrano convinti di sottoporsi alla vaccinazione. “Non siamo esperti virologi- aggiunge Giuliano- possiamo solo consigliare di utilizzare i vaccini anche a quella percentuale di operatori sanitari che ha deciso di non vaccinarsi, anche a causa della mancanza di un obbligo di legge”.
Eppure, proprio in tema di vaccinazioni, qualcosa non ha funzionato secondo il segretario nazionale Ugl Salute, che punta l’indice sulla fornitura delle somministrazioni. “Erano già presenti problemi legati al ritardo ma la vicenda AstraZeneca ne ha determinato un ulteriore, pari al 75% rispetto a quanto programmato. La nostra richiesta è quella di aumentare al massimo l’inoculazione del vaccino, sia per per quegli operatori che ancora non lo hanno ricevuto ma soprattutto per i cittadini”.
Dal vaccino allo scudo penale. “L’Ugl ha già presentato questa richiesta durante la prima ondata della pandemia da Coronavirus- informa Giuliano sempre parlando con la Dire- Riteniamo assolutamente necessaria una norma che tuteli tutti gli operatori sanitari nei confronti di possibili cause risarcitorie. Si tratta di colleghi che si sono esposti in prima linea in questa pandemia. Voglio però sottolineare che questa norma non deve essere considerata un salvacondotto per quanti hanno mostrato imperizia, negligenza e imprudenza”.
Giuliano insiste anche sul riconoscimento professionale di due categorie di operatori sanitari che si sono sempre distinte in questo anno di pandemia e che, ad oggi, non trovano collocazione nell’ordinamento giuridico e normativo. “Chiediamo da tempo che il ministero avvii un percorso legislativo che consenta l’effettivo riconoscimento, giuridico e normativo, degli autisti soccorritori, in prima linea nel settore dell’emergenza, e degli operatori socio sanitari (Oss)”.
Giuliano si sofferma infine sui contratti della sanità. Secondo il segretario nazionale Ugl Salute “è assolutamente necessario che riprendano le trattative per il rinnovo del contratto della sanità pubblica: gli operatori sanitari in Italia hanno stipendi molto più bassi rispetto alla media europea. Chiediamo il riconoscimento al pari dei loro colleghi, soprattutto in questa fase in cui hanno mostrato grande abnegazione, grande sacrificio e grande generosità, spesso rimettendoci in prima persona. Auspichiamo quindi l’avvio delle trattative all’Aran per il rinnovo del contratto della sanità pubblica”.
Diverso il discorso per quanto riguarda la sanità privata: “L’8 ottobre 2020, dopo 14 anni di attesa, è stato firmato il rinnovo con le associazioni Aiop e Aris, associazioni con le quali si inizia un percorso che dia il giusto riconoscimento agli operatori delle Rsa”, conclude Giuliano.
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