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Covid, Zampa: “Indimenticabili immagini bare a Bergamo, su Astrazeneca errori macroscopici”

Covid, Zampa: “Indimenticabili immagini bare a Bergamo, su Astrazeneca errori macroscopici”

ROMA – Si celebra oggi in tutta Italia la prima Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia da Coronavirus, istituita per ricordare le persone decedute a causa del Covid-19. Il 18 marzo è proprio la data in cui, un anno fa, sfilavano per le strade di Bergamo i carri dell’esercito con a bordo le bare delle persone morte che non avevano trovato posto nel cimitero cittadino. La Dire ne ha parlato con Sandra Zampa, esponente del Partito democratico (Pd), già sottosegretaria di Stato alla Salute nell’esecutivo Conte.

– Onorevole Zampa, le immagini delle bare che attraversano Bergamo sono impresse nella memoria di tutti noi: a distanza di un anno, cosa suscita in lei quel ricordo? “Sono immagini davvero indimenticabili, per me come per tutti gli italiani. Molte volte ho cercato di analizzare il sentimento e l’impatto emotivo che quelle immagini hanno avuto su di me. Ricordo esattamente in quale punto della casa mi trovavo la notte in cui le vidi. Ero appena rientrata da una delle riunioni del Comitato Tecnico Scientifico- racconta Zampa- che all’epoca si tenevano sempre presso la sede della Protezione Civile. Sono immagini che ancora adesso mi evocano il senso di una cosa spaventosa, che sembrava più grande di qualunque possibile azione umana, di un dramma gigantesco a cui la vita aveva esposto tutti noi”.

“Provai anche un senso profondissimo di responsabilità- aggiunge l’esponente del Pd in una videointervista- perché sapevo che eravamo chiamati ad aiutare, ad assistere, a porre rimedio e a fermare quello che ci trovavamo ad affrontare e di cui quasi nessuno aveva capito la rilevanza e l’enorme gravità. Provai un grande senso di vicinanza verso chi aveva sofferto, un sentimento di dolore, di lutto e di impotenza da un lato ma, al tempo stesso, la consapevolezza della necessità di dover reagire e di trovare una via d’uscita per il Paese, perché tutto questo avesse una fine. Ricordo inoltre di aver pensato all’impatto che quelle immagini potessero avere sui bambini, sugli adolescenti italiani, sulle persone emotivamente fragili e ho cercato di immaginare come avremmo potuto dare loro una spiegazione che non li facesse sentire soli davanti alla paura e alla disperazione”.

Dal 18 marzo facciamo un salto in avanti al 2 aprile 2020. Zampa toccò con mano la situazione di Bergamo, recandosi nella città lombarda per fare visita ai centri Covid e alle persone colpite dalla malattia. Cosa ricorda di quel giorno e qual è l’immagine che porta con sé? “Ricordo ogni cosa di quella giornata- risponde Zampa- ricordo quando ho ricevuto la telefonata che mi invitava a partire per Bergamo la mattina dopo. L’arrivo all’aeroporto militare dove poi giunsero i medici volontari, molti dei quali già in pensione. Ricordo i loro volti molto seri. Lo testimoniano le foto di quella giornata, di quella partenza. In aereo la conversazione con Franco Locatelli, Agostino Miozzo e alcuni dei volontari fu molto composta. Quando arrivammo a Bergamo fummo tutti colpiti dal silenzio che avvolgeva l’aeroporto. Ci aspettavano le autorità, alcuni giornalisti e si percepiva il dolore della città che ho sentito nostro. Fummo a colloquio con la stampa- continua l’ex sottosegretaria di Stato alla Salute- che si rivolse a noi senza alcuna polemica, forse anche per la presenza del professor Locatelli, che è proprio di Bergamo ed è una persona molto stimata. In quel momento ho provato una grande empatia con la città lombarda, che avevo conosciuto solo da turista e per il legame che avevo con Giovanni XXIII, avendo partecipato ad alcuni convegni in sua memoria. Bergamo è un luogo bellissimo, ma quella mattina era stravolto dal dolore”.

Zampa continua nel suo racconto citando la visita all’ospedale costruito dagli alpini alla Fiera di Bergamo, accompagnata dal sindaco Giorgio Gori, da alcuni assessori della Regione Lombardia e da alcuni parlamentari. “In questo scenario drammatico, però, osservare gli alpini che lavoravano intensamente alla costruzione di un nosocomio perfetto e percepire la loro capacità di reazione a quello che li aveva duramente colpiti e che li stava ancora colpendo- aggiunge- mi convinse a credere che ce l’avremmo fatta. A Bergamo ho avuto la sensazione nettissima che il Paese avrebbe rialzato la testa, sia per la straordinaria generosità che per la capacità che i cittadini avevano di rimanere fortemente vivi e solidali l’uno con l’altro. Fu una giornata davvero intensa. Partii da lì in serata, eravamo tutti molto colpiti da quello che avevamo visto. Per la prima volta pensai a come doveva essere stata l’Italia negli anni del Dopoguerra, anni durante i quali i nostri nonni si sono dovuti tirare su le maniche e cominciare a costruire senza guardare alle divisioni esistenti tra loro. E anche a Bergamo è stato così: non abbiamo avvertito alcuna divisione politica- precisa- non ci sono state contrapposizioni tra i volontari e lo Stato, perché in quel momento rappresentavo il Governo. Il 6 aprile 2020 è stato, ed è ancora oggi, un ricordo per me indimenticabile e in quella città vorrei presto ritornare a fare una passeggiata per vedere come si possa rinascere da una tragedia”.

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“ERRORI MACROSCOPICI SU SOSPENSIONE ASTRAZENECA”

“Sono stati commessi errori macroscopici, soprattutto a livello comunicativo, perché non si può sospendere la somministrazione in quel modo. Ritengo che da questo punto di vista l’Europa ora ha il compito di correggere l’errore commesso e di trasformarlo in una vera e propria opportunità. L’Europa deve davvero riflettere, perché ancora una volta non ha saputo parlare con una sola voce”. Così Sandra Zampa, ex sottosegretaria di Stato alla Salute, commenta alla Dire il caso Astrazeneca in attesa del pronunciamento dell’Ema.

“Quello che ha reso devastante la comunicazione di un pericolo legato alla somministrazione del vaccino, che poi sembra avere caratteristiche precauzionali, è stato il fatto che i Paesi ne abbiano annunciato in pochi minuti, uno dopo l’altro, la sospensione. Alcune agenzie internazionali- racconta Zampa- hanno parlato di divieto di utilizzo del vaccino, continua a leggere sul sito di riferimento

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