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Dalla barchetta alla Testarossa: le Ferrari dell’Avvocato in mostra a Modena

Dalla barchetta alla Testarossa: le Ferrari dell’Avvocato in mostra a Modena

MODENA – Dalla barchetta alla Testarossa, e oltre, passando per la berlinetta 365 P Speciale del 1966 e la Ferrari 400 Superamerica. Riunisce per la prima volta le fuoriserie realizzate da Ferrari e personalizzate in stretta collaborazione con ‘l’Avvocato’ Gianni Agnelli una mostra che parte domani al Mef di Modena. In ballo c’è “una collezione unica, che testimonia una sintonia durata oltre cinquant’anni fra due delle più carismatiche e autorevoli figure del ventesimo secolo”, annunciano gli organizzatori. Si tratta dell’esposizione ‘Gianni Agnelli e Ferrari. L’eleganza del mito’: dopo il via domani al museo Enzo Ferrari, proseguirà con con tour virtuali fino all’1 aprile. Proprio domani si terrà l’inaugurazione digitale della mostra sui canali social e sul sito dei Musei Ferrari. In attesa che le disposizioni governative consentano la riapertura al pubblico delle sale del Mef modenese, spiega lo staff, fino all’1 aprile verranno organizzati ogni giorno due live tour virtuali e gratuiti da 30 minuti l’uno, in italiano e in inglese (a partire da domani possono essere prenotati sul sito dei musei).

“La mostra che inauguriamo domani- evidenzia il presidente di Ferrari John Elkann- racconta un incontro straordinario: unisce da un lato le emozioni che le auto più belle del mondo suscitano in chi ama guidare, dall’altro l’enorme rispetto e la passione vera che mio nonno aveva per le auto di Maranello. Passione che lo portava a rendere speciale ogni Ferrari che possedeva e che siamo felici di condividere con tutti gli appassionati”.

In mostra ci saranno dunque le auto che Agnelli guidava “con rigoroso understatement”. È il caso della Ferrari 166 MM, che al Salone di Torino del 1948 tanto colpì Agnelli per la sua eleganza essenziale da definirla con il termine inedito “barchetta”, che da allora identifica nel settore dei motori tutte le scoperte da corsa: personalizzata nei colori verde e blu e negli interni, è la prima fuoriserie di Maranello per l’Avvocato. Fu poi la Ferrari 212 Inter del 1952 a essere adattata alla personalità dello speciale cliente, con sofisticate nuance e dettagli che faranno scuola: il bicolore blu 456 di “famiglia” accostato al bianco magnolia del padiglione, oltre a due potenti fari pensati per il piacere della velocità nelle ore notturne. La mostra modenese prosegue con il coupé senza tempo 375 America, realizzato da Ferrari nel 1955 grazie alla simbiosi creativa con Battista “Pinin” Farina: l’Avvocato ne fu subito conquistato e rese unico il suo modello facendo realizzare, fra le altre ricercate finiture d’interni, un prezioso cronografo che volle posizionato al centro del tunnel. Si prosegue in mostra con il 1959 e Ia Ferrari 400 Superamerica, la berlinetta 365 P Speciale del 1966, plasmata dal mondo delle competizioni che Pininfarina seppe interpretare in due “prototipi” a tre posti con guida centrale, e si arriva al 1984 con la celebre Testarossa, una vettura che non prevedeva la versione aperta. Altra icona presente è la Ferrari F40, da Agnelli ordinata nel 1989 in una versione speciale che si distingue per il tessuto nero dei sedili e la frizione elettronica Valeo. Nel 2000, sulla base stilistica della 360 Spider, Agnelli affidò poi a Pininfarina il progetto di una barchetta ancora più estrema in un esemplare unico. Con la livrea grigio argento accompagnata da eleganti toni blu, venne donata a Luca di Montezemolo come regalo di nozze. Conclude la mostra la monoposto di Formula 1 del 2003, “sintesi di un percorso sportivo e tecnologico straordinario”.

Piero Ferrari, vicepresidente della casa di Maranello, ricorda in conclusione il rapporto di stima fra il padre e l’Avvocato: “Mio padre era impressionato dalla forza, dalle doti e dall’abilità negli affari di Gianni Agnelli. Fra loro c’era un’intesa naturale, consolidatasi negli anni fino all’accordo decisivo che nel 1969 diede il via a uno dei più forti sodalizi del mondo automobilistico. Ero con mio padre in quello storico giorno, in cui ebbi il piacere di conoscere l’Avvocato. Da allora sentimmo che, accanto a Fiat, alla nostra azienda- conclude Ferrari- erano assicurate continuità e sviluppo”.

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