di Marco Sacchetti e redazione web
MILANO – “La vostra matrice sono gli anni Settanta e chi tirava pietre” è la provocazione dell’assessore alla Sicurezza e Protezione civile della Lombardia, Romano Maria La Russa, all’indirizzo dei consiglieri di minoranza. Per tutta risposta, Pierfrancesco Majorino, capogruppo del Pd, si avvicina al banco del fratello della seconda carica dello Stato e gli strappa il microfono: seguono urla, spintoni.. in una parola è il caos, così da far sospendere i lavori.
Sotto il Pirellone è dunque “rissa sfiorata” per lo scontro tra Romano La Russa e Pierfrancesco Majorino. A innescarla l’intervento dell’assessore durante la discussione della mozione di censura nei suo confronti mossa dall’opposizione, in cui La Russa ha ribadito che la “matrice del centrosinistra sono- ancora- gli anni 70 e chi tirava pietre”. A queste parole il capogruppo del Pd si è alzato e ha strappato il microfono all’assessore che non è stato con le mani in mano ma ha reagito con uno spintone. I due sono stati divisi dai colleghi e dai commessi. Poi la seduta è stata sospesa
In seguito al caos in aula, l’ufficio di presidenza del Consiglio ha deciso di inoltrare una «nota formale» al presidente Attilio Fontana per la “inaccettabile reazione fisica nei confronti del consigliere Majorino” da parte di La Russa e per “le offensive dichiarazioni nei confronti dei consiglieri di minoranza” chiedendo al presidente di valutare “l’adozione delle misure che riterrà opportune” nei confronti dell’assessore alla Sicurezza. Ma nella nota c’è anche la censura per Majorino per aver allontanato il microfono durante l’intervento di La Russa e aver “persistito nel comportamento nonostante i richiami della Presidenza”.
IL CONTESTO DELLA BAGARRE
I fatti del Corvetto non aiutano a raffreddare la torrida temperatura politica tra l’assessore alla sicurezza, fratello del presidente del Senato e l’opposizione, nonostante la scelta di Michela Palestra del patto civico (centrosinistra) di ritirare la mozione di censura a La Russa per altre espressioni ritenute ingiuriose dall’opposizione, pronunciate durante i consigli del 12 marzo e del 12 novembre scorsi. Il contesto di partenza all’origine della bagarre.
LE REAZIONI
Inevitabile la marea di reazioni dell’una e dell’altra parte. In testa quella del ministro all’Agricoltura Francesco Lollobrigida che da Roma, via X, manda la sua solidarietà a La Russa, “aggredito in aula da un noto esponente del PD. La violenza dovrebbe restare lontana dalle sedi politiche e azioni intimidatorie di questa natura vanno condannate da tutti senza se e senza ma”. Di segno ovviamente opposto la valutazione della deputata e segretaria Pd Lombardia Silvia Roggiani. “Quanto accaduto oggi in Consiglio regionale è gravissimo e da condannare con fermezza. Il comportamento indegno dell’assessore alla Sicurezza La Russa offende il ruolo delle istituzioni regionali, che appartengono a tutti i cittadini. La Lombardia non merita di essere rappresentata da chi oltrepassa i limiti arrivando a fare ricorso addirittura alla violenza fisica. Al capogruppo Majorino va tutta la solidarietà mia e dell’intero Pd Lombardo per l’aggressione ricevuta, verbale e fisica”.Per il M5s il capogruppo Nicola di Marco accredita la recidività dello spintone di La Russa a Majorino. “Lo scorso marzo era toccato a me ricevere le attenzioni manesche di La Russa, oggi al collega Majorino. Quanto accaduto non può essere accettato”. Poi Di Marco richiama Fontana, destinatario della nota dell’ufficio di presidenza dell’Aula. “Confidiamo che il Presidente Fontana agisca nell’interesse dell’istituzione regionale, prendendo le decisioni necessarie per mettere un freno al debordante atteggiamento dell’Assessore La Russa, al fine di ristabilire un clima sereno, di modo che l’aula possa tornare a occuparsi dei problemi dei cittadini”.Christian Garavaglia, capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale, nell’immediatezza dei fatti in una nota concedeva che “l’assessore sia noto per la sua passione politica, acceso nel confronto, incisivo nel dibattito. Ciascuno, con il proprio carattere e nella cornice del confronto politico, dovrebbe potersi mantenersi all’interno di quel contesto. Per questo, riteniamo che non ci siano i presupposti per la mozione di sfiducia”. Tuttavia, “il pulpito da cui arrivano certe accuse è quello di chi ha iniziato la propria carriera politica con il vaffa-day o manifesta per chiedere rivolte sociali. Andiamo avanti con il confronto, ognuno con il proprio stile, ma sia chiaro che noi non eravamo al fianco di chi alimentava tensioni, come quelle che si sono viste a Corvetto a Milano, al contrario di alcuni gruppi della minoranza che invece non ne hanno preso le distanze”. Più tardi Garavaglia ha indurito ulteriormente la sua valutazione verdo il Pd. “Majorino, strappando il microfono con una manata all’Assessore regionale, richiama quanto accaduto recentemente nelle università, dove esponenti di sinistra hanno cercato di tappare la bocca a chi non la pensava come loro. Atti che testimoniano la visione ‘democratica’ della sinistra”.Onorio Rosati di Avs si rivolge “al presidente della giunta regionale perché “assuma provvedimenti nei confronti del suo assessore e faccia in modo che in aula torni il rispetto dei consiglieri e dell’istituzione che rappresentiamo”. “Piena solidarietà” a La Russa dal deputato Fdi Riccardo De Corato che attacca “il protagonista di questo gesto violento, manco a dirlo, il ‘compagno’ Majorino. Proprio lui che, oltre ad essere il primo sostenitore dei centri sociali, ha anche fatto aperitivi e cene elettorali con gli anarchici e no-global violenti e abusivi”.
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