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Euro digitale, Panetta: cruciale gradualità sul tetto massimo

Euro digitale, Panetta: cruciale gradualità sul tetto massimo

Prudenza alla (ipotetica) introduzione per vedere potenziali nodi

Roma, 23 nov. (askanews) – Il tetto massimo individuale sul possesso del futuro euro digitale andrebbe aumentato progressivamente a partire dalla eventuale introduzione, fino a raggiungere la soglia massima per cittadino attualmente individuata in 3.000 euro. Lo ha affermato Fabio Panetta, governatore della Banca d’Italia durante un dibattito a seguito del suo intervento alla conferenza di Cepr e Bce sulle ricadute delle valute digitali delle banche centrali.

Panetta ha rilevato la guida di Bankitalia dal primo novembre ma fino al giorno prima faceva parte del Comitato esecutivo della Bce, nel quale aveva la delega sui sistemi di pagamento e supervisionava le attività proprio sull’euro digitale, su cui il Consiglio direttivo della Bce ha recentemente deciso di avviare la fase di preparazione.

Nel rispondere ai quesiti oggi, Panetta ha però puntualizzato che a il suo è “il parere di un appassionato di euro digitale, mentre un mese fa sarebbe stato il parere di un esponente della Bce, anche se non sono del tutto irrilevante. Ma qui dico la mia opinione personale. E ritengo che il limite eviterebbe instabilità per i depositi bancari, ma abbiamo zero osservazioni ovviamente quindi è meglio essere prudenti e muoversi gradualmente. Iniziamo da un livello basso e lo aggiustiamo tenendo conto delle potenziali difficoltà che potrebbero emergere. Penso che questo sia il modo più sicuro e penso che questo sarà il mio suggerimento quando parteciperò a discussioni. Ma sono certo che i miei successori faranno le proposte più prudenti e efficienti possibili”.

In sua sostituzione, al Comitato esecutivo della Bce, è stato scelto Piero Cipollone, già vice direttore generale della Banca d’Italia, che ha rilevato anche la delega sui sistemi di pagamento. Cipollone che peraltro oggi ha tenuto i saluti introduttivi della conferenza.

Quanto alla proposta della Bce di non remunerare l’euro digitale, e che secondo Panetta trattandosi di una passività della banca centrale è una scelta che ricade interamente sull’istituzione, è stata assunta “perché è stato disegnato per essere un mezzo di pagamento e non uno strumento di politica monetaria”.

“E neanche per essere uno strumento di risparmio. Non modifichiamo il nostro bilancio raccogliendo risorse degli utenti. Vogliamo (unicamente) un sistema di pagamento utilizzabile ovunque nell’eurozona – ha detto – che abbia caratteristiche che ho spesso spiegato. L’euro digitale non dovrebbe essere uno strumento di risparmio ma solo di pagamento”, ha detto.

E se, anche grazie al limite individuale suo suo possesso, l’euro digitale risultasse alimentato unicamente quale alternativa ai contanti dei cittadini “sarebbe solo un cambiamento delle passività della banca centrale. Oggi hai contanti nelle tasche e domani ce li hai nel tuo portafogli virtuale – ha rilevato Panetta -. Non cambia nulla salvo la composizione delle passività della banca centrale. Il rischio sarebbe invece presente se cominciassimo con un euro digitale con pochi limiti e senza attuazione progressiva che possa essere gestita in maniera confortevole dalle banche”.

Più in generale, il banchiere centrale ha rilevato che a 20 anni dal lancio dell’euro ancora oggi si devono usare strumenti diversi a seconda dei Paesi Ue in cui ci si trova, oppure carte di credito fornite gruppi statunitensi. “Penso che sia il momento di introdurre un sistema universale, sicuro e affidabile, un mezzo di pagamento e che possa essere usato ovunque nell’Unione europea, per ogni tipo di pagamento. Penso che sia una caratteristica che al momento non è disponibile con altri miei mezzi di pagamento” digitali.

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