sabato, 14 Settembre , 24

‘Finché l’ultimo canta ancora’, la graphic novel sulla dignità del popolo afghano

Mondo‘Finché l’ultimo canta ancora’, la graphic novel sulla dignità del popolo afghano

ROMA – “Ho fatto un grande studio sui colori per realizzare questo fumetto: ho puntato su una palette satura e in particolare su ocra e blu, per trasmettere il senso di frustrazione e rabbia ma anche la grande potenza, resilienza e attaccamento alla vita che mi ha trasmesso il popolo afghano. Ho potuto anche smantellare molti stereotipi”. Margherita Tramutoli, in arte La Tram, è una fumettista originaria di Potenza, che ha illustrato le tavole di ‘Finché l’ultimo canta ancora’, graphic novel realizzata con l’autrice Francesca Torre dopo aver compiuto un viaggio in Afghanistan per visitare i centri chirurgici a Kabul e Lashkar-gah, e il centro chirurgico e per la maternità ad Anabah. Emergency ha anche una quarantina di posti di primo soccorso e centri sanitari di base. Proprio l’ong ha promosso il fumetto anche grazie a fondi europei per raccontare la situazione vissuta oggi dai civili.

L’organizzazione di Gino Strada, alla vigilia del terzo anniversario dell’uscita dei contingenti Nato e della presa di Kabul da parte dei Talebani, il 15 agosto del 2021, riferisce di un’altra esplosione con almeno 8 feriti ricevuti l’11 agosto scorso nel centro chirurgico dell’ong nella capitale, segno che le violenze non sono ancora finite.

Il ritorno al potere del gruppo combattente, avverte l’organizzazione, “ha visto l’Afghanistan sprofondare in una crisi economica che ha portato 23,7 milioni di persone” su circa 40 milioni “ad avere bisogno di assistenza umanitaria”. Tra queste, secondo l’Onu “12,4 milioni sono in condizioni di insicurezza alimentare e quasi la metà della popolazione – circa il 48% – vive al di sotto della soglia di povertà”, peggiorata dal taglio dei fondi da parte dei donatori internazionali. Prima dell’agosto 2021, il paese “dipendeva per il 75% proprio da questi aiuti per coprire la spesa pubblica”.

“HO TROVATO UN POPOLO FORTE E RESILIENTE, CHE LOTTA PER UNA VITA NORMALE”

‘Finché l’ultimo canta ancora’ – disponibile anche in formato digitale sul sito web dell’ong – è stato pubblicato a marzo e ruota intorno al nodo dell’accesso alle cure, reso complicato proprio da povertà e insicurezza. Alla Dire Tramutoli continua: “Sono partita con in testa la convinzione, forse tutta occidentale, di andare ad aiutare persone in difficoltà. Ho trovato un popolo forte e resiliente, che con dignità lotta per una vita normale“. Tante le storie rimaste impresse nella mente: “Una signora di 72 anni- ricorda La Tram- che da giovane scriveva poesie e intanto si laureava in Scienze politiche, ci ha detto che la svolta repressiva nei confronti dei diritti delle donne le ‘ha spezzato il cuore’”.

C’è poi il medico di 26 anni tornato dalla Francia: “Ha affrontato mesi di viaggio pieni di ostacoli e pericoli ed è riuscito a ottenere lo status di rifugiato e completare la laurea in medicina, ma poi si è reso conto che avrebbe preferito dedicare la vita a curare i suoi connazionali“. Ci sono anche i vari papà incrociati nei centri gestiti da Emergency “molto preoccupati per le figlie, a cui oggi i Talebani hanno negato il diritto di studiare e lavorare”. L’altra faccia della medaglia: “la ragazzina di 12 anni abbandonata in ospedale dopo una visita perché affetta da lieve ritardo mentale. Fa impressione- commenta l’artista- vedere che una donna con difficoltà diventa un peso insostenibile per le famiglie povere“.

Storie che l’autrice Francesca Torre, un passato come giornalista, ha impiegato per realizzare il suo racconto poi illustrato da la Tram: “Non è stato affatto facile- riferisce Torre, ancora alla Dire- avrei voluto tenere tutto, ma lo spazio era limitato. Ho dovuto selezionarle per costruire una storia unica, ma non un reportage. Ho però dato alla narrazione la rapidità della scrittura giornalistica”.

Alle persone intervistate, prosegue Francesca Torre, “chiedevo sempre come vedevano il futuro. Dalle risposte vaghe e quasi imbarazzate ho capito che pianificare o anche solo immaginare l’avvenire è un lusso che non tutti i popoli hanno“. La precarietà, dice , “obbliga la gente a vivere nel ‘qui e ora’, con la morte che diventa parte della quotidianità. È triste, ma contribuisce anche a creare solidarietà e resistenza”.

“ABBIAMO SAPUTO DELL’USANZA DI ORGANIZZARE GARE DI CANTO TRA UCCELLINI”

Tornando al lavoro fatto sul campo, “la chiave è arrivata quando ho smesso di preoccuparmi della storia da costruire e ho iniziato a concentrarmi solo sull’ascolto. Da lì- assicura la redattrice- sono emerse naturalmente immagini profondamente poetiche”. Come quella che ha suggerito il titolo dell’opera: “Un giorno”, ricorda Torre, “abbiamo saputo dell’usanza di organizzare gare di canto tra uccellini. I volatili sono tenuti in piccole gabbie coperte da teli, quindi non vedono il sole per ore e così, quando i proprietari li scoprono, cantano, e ha inizio la gara: vince l’uccellino che smette di cantare per ultimo. L’abbiamo trovata un’immagine esteticamente potente, che sa restituire lo spirito di resistenza di un popolo che nonostante tutte le avversità – penso ad esempio ai tantissimi giovani nati e cresciuti solo in tempo di guerra – continua a puntare lo sguardo in alto. Un canto alla vita, quasi, che afferma: ‘Non sarà finita finché l’ultimo canta ancora” conclude.

L’articolo ‘Finché l’ultimo canta ancora’, la graphic novel sulla dignità del popolo afghano proviene da Agenzia Dire.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo https://www.dire.it

Potrebbe interessarti

Check out other tags:

Articoli Popolari