BOLOGNA – Sono almeno tremila le persone scese in piazza questo pomeriggio a Bologna per la manifestazione a sostegno di una “pace giusta” in Palestina. In prima fila, a guidare il corteo partito da piazza dei Martiri, ci sono i tre bolognesi che hanno partecipato alla missione della Sumud Flotilla: Yassine Lafram, presidente Ucoii, Irene Soldati e Sara Masi. Con loro anche la portavoce italiana della Flotilla, Maria Elena Delia. Alla manifestazione partecipano tra gli altri anche il leader Cgil Michele Bulgarelli, Federico Serra di Usb, il segretario del Pd di Bologna, Enrico Di Stasi, l’assessore comunale Michele Campaniello e Mauro Collina del Prc.
“Bisogna scendere in piazza perchè le sofferenze non cessano con una firma- afferma Lafram- manca il senso di umanità di queste persone che ancora hanno il coraggio di parlare dopo aver sostenuto un genocidio, una copertura politica e mediatica che non sfugge agli occhi di nessuno. Oggi hanno ancora il coraggio di dirci che non possiamo essere solidali con chi soffre. Io penso che una disumanizzazione di un popolo come quello palestinese forse non l’abbiamo mai vista nella storia dell’umanità”, chiosa il presidente Ucoii.
DELIA: FESTA QUANDO PALESTINA LIBERA
“Potremo accettare di poter festeggiare quando il popolo palestinese sarà libero, non ci sarà più un’occupazione illegale e potrà autodeterminarsi” e i palestinesi “potranno scegliere loro che tipo di condizioni vivere nella loro terra”, afferma Maria Elena Delia portavoce italiana della Global Sumud Flotilla. “Si parla di accordi, di cessate il fuoco, abbiamo visto delle bellissime immagini del popolo di Gaza che forse sta tirando il fiato, però non ci dobbiamo dimenticare che queste scene avremmo dovuto vederle due anni fa, che non avrebbe mai dovuto accadere” quello che è accaduto, sostiene Delia. Sull’importanza dell’iniziativa della Global Sumud Flotilla e delle piazze per arrivare alla pace, Delia dice: “Non abbiamo delle prove matematiche per poter rispondere. Io penso che quello che abbiamo visto in Italia, le mobilitazioni che abbiamo visto, la presa di coscienza e di consapevolezza di tante persone che erano davvero frustrate, esauste dopo due anni di inazione davanti al genocidio, parzialmente abbiano influito”. In corteo anche Soldati, rientrata nel secondo gruppo di italiani rilasciati dalle autorità israeliane dopo l’abbordaggio in mare della Flotilla. “È stata una esperienza molto forte”, ammette Soldati. “Con il nostro gesto abbiamo messo a disposizione le nostre capacità, sia di attivismo che di navigazione, per provare a rompere l’assedio, per cui tanta pressione è arrivata e eravamo in tante barche. Anche quello che c’è stato da terra, le mobilitazioni che ci hanno seguito e soffiato il vento nelle vele, hanno sicuramente creato questo moto”, sostiene l’attivista bolognese. “Sicuramente siamo privilegiati, nel senso che siamo un popolo che ha tanti privilegi rispetto ad altri, perché anche il trattamento che abbiamo subito nelle carceri, non è niente in confronto a quello che subiscono i palestinesi”, sottolinea.
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