TRIESTE – “Credo sia arrivato il momento di fare un cambio di passo anche nelle decisioni e nelle scelte. Ho avuto il modo di parlarne con il governo, purtroppo il ministero della Salute ascolta poco, molto poco. Non ci si rende conto che ad oggi la strategia messa in campo è poco efficace anche da punto di vista del contenimento della pandemia”. Lo evidenzia il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, intervenendo in diretta sull’emittente triestina Radio Punto Zero. “Uno può scrivere un bellissimo Dpcm dentro il palazzo del ministero della Salute, ma dopo il Dpcm bisogna vederlo come funziona nella vita reale“, osserva Fedriga.
E aggiunge: “Oggi stiamo vedendo che ci sono moltissimi fenomeni di attività che vengono svolte a domicilio, quindi non nel classico posto di lavoro, pensiamo per esempio ai parrucchieri. Questo significa che non soltanto con questi divieti totali vado a penalizzare le attività economiche, ma non riesco nemmeno a combattere il virus, perché se quella attività la faccio a domicilio vuol dire che non ci sono controlli sulle misure per proteggersi dal virus”. Secondo il governatore, è un illuso chi crede che “la stessa strategia utilizzata un anno fa possa funzionare allo stesso modo, dopo un anno in cui le persone hanno vissuto nei divieti, lo stress, le difficoltà lavorative ed economiche, ma anche psicologiche”. Andrebbero invece messe in atto “non misure perfette sulla carta, ma quelle che meglio possono essere attuate e meglio possono essere efficaci”, proprio perché è venuta meno “la capacità di sopportazione e di seguire queste scelte da parte dei cittadini”.
Anche sulla modifica del parametro del numero di positivi su 100 mila abitanti che non tiene conto del numero di tamponi eseguito, chiesta dal Friuli Venezia Giulia, spiega Fedriga, il ministero dalla Salute non ha ceduto. “Non solo io ma anche altri governatori gliel’abbiamo fatto presente- continua il presidente-. Il risultato è stato che il ministero è entrato con una posizione, abbiamo parlato per tre ore spiegando le criticità, ed è uscito con la stessa posizione con la quale era entrato”, riferisce.
E conclude: “Se deve esserci una collaborazione istituzionale, noi siamo disponibili. Ma si tratta di saper ascoltare le criticità che ci sono e correggerle, e non andare avanti come se nulla fosse pensando di avere la regione a prescindere”.
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