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Gruppo Cavit chiude bilancio 2022-2023 con ricavi a 267,1 mln (+0,9%)

Gruppo Cavit chiude bilancio 2022-2023 con ricavi a 267,1 mln (+0,9%)

Remunerazione ai soci in linea con il periodo pre-Covid

Milano, 28 nov. (askanews) – Il gruppo Cavit nell’esercizio fiscale 2022-2023 ha visto i ricavi attestarsi a 267,1 milioni di euro, in leggero incremento (+0,9%) rispetto all’esercizio precedente. “Il gruppo ha mantenuto la propria solidità finanziaria e la capacità di preservare una corretta remunerazione ai soci conferitori, assicurando liquidazioni conformi ai valori pre-Covid, a fronte di forti aumenti degli oneri di gestione”, spiega una nota a valle dell’assemblea che si è tenuta a Riva del Garda. L’esercizio, ricorda, è stato caratterizzato da aumenti del costo dei materiali di confezionamento (in particolare i vetri) e dell’energia, solo parzialmente recuperati da aumenti di listino, con conseguente riduzione dei margini disponibili.

Il patrimonio netto del gruppo si è attestasto su 113,5 milioni di euro mentre la posizione finanziaria netta resta positiva, con 24,5 milioni di euro, al di sopra del dato pre-covid (esercizio 2019/2020).

Per quanto riguarda i risultati della capogruppo Cavit Sc, dopo l’esercizio 2020-2021 segnato da un’impennata del 20%, il fatturato ha registrato un calo dell’-1,9%. Risultati che tuttavia restano superiori al periodo pre-pandemia (+14% rispetto all’esercizio 2019-2020). Prosegue il trend positivo delle linee di spumantistica, con risultati soddisfacenti per il brand premium Altemasi Trentodoc, e una crescita sostenuta per Cesarini Sforza Spumanti e Kessler Sekt, che hanno tutti beneficiato del ritorno dei consumi fuori casa, del buon andamento del comparto spumantistico e, nel caso di Cesarini Sforza, dell’allargamento distributivo ottenuto grazie al supporto della controllante. In particolare, il fatturato della controllata tedesca Kessler Sekt & Co KG. si è chiuso con 13 milioni di euro (+10% rispetto all’anno precedente) e un patrimonio netto 4,9 milioni di euro.

L’export che rappresenta oltre il 76% del giro d’affari del gruppo, ha visto il Nord America, principale mercato di sbocco per Cavit dove la contrazione dei consumi di vino sta progressivamente assumendo carattere strutturale, tenere. Negli Stati Uniti, come già lo scorso anno, il marchio Cavit ha registrato un +1,9% a valore rispetto alla media di mercato del -1,9% (fonte: dati Nielsen), confermando la propria posizione di leadership con il vitigno Pinot Grigio.

Il rallentamento dei consumi di vino si conferma anche sui mercati Europei, dove l’inflazione sostenuta e l’aumento dei tassi di interesse che hanno drenato la capacità di spesa dei consumatori. Regno Unito, Germania e Olanda continuano a guidare la classifica dei paesi di sbocco del vecchio continente per Cavit, che presidia tutti i canali, sia grande distribuzione che horeca. Nei paesi Asiatici il debole segnale di ripresa registrato ad inizio 2023 è stato vanificato dalla congiuntura internazionale negativa, in mercati come il Giappone e la Corea del Sud. Nota a parte il mercato cinese che continua il trend negativo degli ultimi anni, senza segnali di controtendenza nel breve periodo.

“Possiamo ritenerci soddisfatti del livello delle liquidazioni che anche quest’anno abbiamo potuto garantire alle cantine associate, nonostante la flessione dei consumi e il forte impatto dei costi dell’energia e delle materie prime – dichiara Lorenzo Libera, presidente del gruppo Cavit – Il nostro modello cooperativo si basa su una rete di impresa che coniuga la dedizione dei viticoltori, impegnati nelle pratiche sostenibili, le competenze delle cantine e il decisivo supporto del Consorzio Cavit. In questi tempi difficili, questo approccio integrato è stato più che mai fondamentale, assicurando cooperazione e stabilità a prescindere dalla situazione contingente”. “Ci attendono sfide importanti nei prossimi anni. La solida base patrimoniale e strutturale rappresenta un asset fondamentale per il nostro gruppo, su cui dovremo continuare a sviluppare valore – ha concluso il direttore generale Enrico Zanoni – potenziando ulteriormente la nostra capacità di innovazione e la capacità di adattamento ai fenomeni complessi con prontezza e agilità”.

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