Ma “non abbiamo alcun potere per riportare un detenuto in un Paese estero in Italia”
Roma, 30 gen. (askanews) – L’ambasciatore italiano a Budapest ha chiesto al ministro della Giustizia ungherese di sollecitare al procuratore generale una valutazione delle condizioni di detenzione di Ilaria Salis, 39enne milanese che si trova in carcere nella capitale ungherese da quasi un anno e che è stata mostrata trascinata in catene in tribunale. Lo ha affermato il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani.
“Faccio una premessa: non abbiamo alcun potere per riportare un detenuto in un Paese estero in Italia”, ha detto Tajani nel corso delle repliche al termine della sua audizione alle Commissioni Esteri di Camera e Senato, “noi abbiamo soltanto la possibilità di protestare attraverso le forme istituzionali e attraverso dichiarazioni pubbliche nei confronti di un Paese dove riteniamo non vengano rispettate alcune norme. Mi riferisco in modo particolare all’articolo 1 della direttiva europea che riguarda il trattamento dei detenuti in attesa di giudizio per cui i detenuti in attesa di giudizio devono essere trattati in maniera proporzionata al fatto di non essere detenuti condannati”.
“Abbiamo ravvisato nelle immagini che abbiamo visto ieri, che sono le prime immagini che sono state diffuse della detenuta, che la vedevano condotta in carcere secondo me con atteggiamento che non era certamente garantista e non era consono con le normative comunitarie”, ha proseguito il capo della diplomazia, sottolineando: “E’ quello che abbiamo contestato questa mattina per filo e per segno all’incaricato d’affari, perché l’ambasciatore non era in sede Italia. Anche il malcontento e la preoccupazione. La stessa cosa è stata detta dal nostro ambasciatore al ministro di Giustizia. A latere del Consiglio Affari esteri ho avuto un colloquio a tu per tu con il ministro degli Esteri ungherese, al quale ho consegnato una relazione sulla situazione chiedendogli di intervenire”.
“Noi non abbiamo alcun potere, non abbiamo la possibilità di chiedere l’estradizione perché questa signora non ha commesso in Italia alcun reato – ha proseguito Tajani – . Il reato eventuale è stato commesso in Ungheria e quindi noi non possiamo fare nulla per quanto riguarda la sua chiamata in Italia: gli avvocati dovrebbero chiedere gli arresti domiciliari in Ungheria, ma hanno chiesto gli arresti domiciliari in Italia. La convenzione non prevede il passaggio da detenzione in carcere in Ungheria agli arresti domiciliari in Italia, l’accordo della convenzione prevede che bisogna prima avere gli arresti domiciliari in Ungheria…Noi più che fare dichiarazioni politiche, più che chiedere l’intervento del governo come abbiamo fatta a più riprese, più che seguire giornalmente come fa il ministero di giustizia…non possiamo fare”.
“Il ministro Nordio ha incontrato il padre della signora e costantemente gli avvocati sono in contatto”, ha ricordato il titolare della Farnesina, “sono state fatte tutte le visite consolari del caso, quindi noi non abbiamo il potere di interferire sul procedimento penale. Più che intervenire presso il governo non possiamo fare, anche se possono esserci giudizi negativi sul sistema della giustizia in Ungheria e nelle classifiche”.
“All’ora di pranzo il nostro ambasciatore ha chiesto al ministro della Giustizia – e il ministro già l’ha fatto – di chiedere al procuratore generale di valutare le condizioni di detenzione di Ilaria Salis e di riferirgli a stretto giro”, ha assicurato Tajani: “Il ministro ha garantito all’ambasciatore (Manuel) Jacoangeli che lo richiamerà immediatamente dopo aver riparlato con il procuratore generale. Anche per quanto riguarda la possibilità di trasferimento della Salis, il ministro ha detto che il reato di cui è accusata crea problemi nell’opinione pubblica ungherese. Quindi da parte ungherese aspetteremo una risposta e l’incaricato d’affari ha detto che avrebbe immediatamente informato le autorità ungheresi di tutte le sollecitazioni fatte dal governo italiano. Il rientro in Italia dipende soltanto se va agli arresti domiciliari in Ungheria e poi noi possiamo chiedere gli arresti domiciliari qui in Italia, ma devono farlo gli avvocati. Questo gli avvocati lo sanno e di questo è stato informato il padre, anche dal ministro Nordio: quindi sono costantemente informati e tenuti al corrente”.