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Liquidazione Evergrande, un processo lungo e pieno d’incognite

Liquidazione Evergrande, un processo lungo e pieno d'incognite

Potrebbe durare anni e ci sono dubbi su recepimento in Cina

Roma, 30 gen. (askanews) – La decisione di ieri dell’Alta Corte di Hong Kong che ha ordinato la messa in liquidazione dello sviluppatore immobiliare cinese Evergrande Group, andato in default sul debito offshore, ha messo in moto una macchina che impegnerà per anni periti e avvocati, oltre a innescare una bomba nel vacillante mercato immobiliare cinese e, di conseguenza, nel settore finanziario della seconda economia del mondo. Lo segnala oggi Nikkei Asia.

Cosa succederà ora? La decisione è stata presa in sette udienze sulla base di un’istanza presentata da un creditore, Top Shine Global. Evergrande ha un’esposizione di più di 300 miliardi di dollari di passività ed è considerata la compagnia più indebitata al mondo.

I liquidatori hanno il compito di recuperare quanto più valore possibile dalla vendita dei beni. L’Alta Corte di Hong Kong ha nominato la società di consulenza Alvarez & Marsal (A&M) come liquidatore ufficiale. Il primo compito di A&M sarà quello di parlare con il management di Evergrande per sapere se ha “qualsiasi proposta di ristrutturazione praticabile”, ha detto Tiffany Wong di A&M, che supervisionerà la liquidazione con il suo collega Edward Middleton, secondo Nikkei. “La nostra priorità è mantenere, ristrutturare e mantenere operativa la maggior parte possibile del business”.

L’amministratore delegato di Evergrande Xiao En ha dichiarato lunedì alla pubblicazione cinese 21 Caijing che l’ordine di liquidazione non influirà sulle operazioni onshore o offshore del gruppo e ha promesso che i progetti di costruzione incompiuti saranno completati. Ma una procedura di questo tipo è sempre piena di incognite.

Secondo il Nikkei, la liquidazione di un gigante come Evergrande potrebbe richiedere anni. I recuperi per i detentori di debiti di diversa anzianità varieranno. Lance Jiang, partner della ristrutturazione dello studio legale Ashurst, ha stimato che ci vorranno dai due ai tre anni prima che i liquidatori risolvano tali questioni.

La sentenza di liquidazione è stata emessa da un tribunale di Hong Kong, ma la maggior parte dei beni di Evergrande si trovano nella Cina continentale, che ha un sistema giudiziario diverso. Non è pertanto neanche chiaro secondo quali procedure e diritto verrà eseguita l’ordinanza.

In base a un accordo di riconoscimento transfrontaliero raggiunto nel 2021, i liquidatori di Hong Kong possono chiedere assistenza alla Cina – di cui l’ex colonia britannica è territorio semi-autonomo – per assumere il controllo delle attività onshore di uno sviluppatore. Tuttavia, il meccanismo si applica solo ai tribunali di tre città: Shanghai, Xiamen o Shenzhen. Le autorità continentali possono anche rifiutare una richiesta se decidono che “minaccia l’ordine pubblico”. Finora, spiega il Nikkei, i tribunali cinesi hanno riconosciuto solo una delle cinque richieste di liquidazione accolte dai tribunali di Hong Kong in base all’accordo.

Di certo, la vicenda Evergrande fa da apripista per questa procedura rispetto ad altri sviluppatori immobiliari che sono in crisi di liquidità. Molti occhi, in Cina e all’estero, saranno puntati su cosa succederà rispetto alla liquidazione di Evergrande.

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