ROMA – Edan Alexander ha 21 anni ed è tornato in libertà. Il soldato, l’ultimo ostaggio americano ancora in vita, con doppia nazionalità israelo-statunitense era stato catturato dai combattenti di Hamas nell’operazione nel sud di Israele il 7 ottobre 2023, insieme ad altre 244 persone, e oggi Hamas ne ha annunciato il rilascio, sebbene non ci siano né prospettive di un cessate il fuoco, né il rilascio di prigionieri palestinesi né, soprattutto, la possibilità che le autorità di Israele consentano l’ingresso di aiuti umanitari per la popolazione, alla fame dal 2 marzo scorso. Il ragazzo è stato consegnato alla Croce Rossa a Khan Younis senza alcuna cerimonia.
L’Idf conferma che “il sergente maggiore Edan Alexander è entrato in Israele dopo 584 giorni di prigionia” ora sarà trasportato in una struttura vicino al confine per un controllo fisico e mentale iniziale e per incontrare i suoi familiari.
La notizia ha rallegrato le famiglie degli ostaggi, ma non del tutto: stamani, come riportano i media israeliani, si sono riuniti i genitori di alcuni rapiti nella Piazza degli Ostaggi di Tel Aviv. C’è chi ha ringraziato il presidente americano Donald Trump, chi ha evidenziato che la priorità è il ritorno a casa degli ostaggi e chi, come Dani Miran, padre di Omri Miran, ha ricordato che “Non ci sono accordi senza compromessi. Hamas ha già fatto il primo compromesso: fate il vostro e raggiungete un accordo”. L’ambasciatore degli Stati Uniti in Israele Mike Huckabee esprime su X la speranza che la liberazione odierna dell’americano-israeliano Edan Alexander da parte di Hamas “segni l’inizio della fine di questa terribile guerra”.
Il rilascio di Alexander avviene appena un giorno prima dell’inizio del tour in Medio Oriente del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, con tappe previste in Arabia Saudita, Qatar ed Emirati Arabi Uniti. Dopo il rilascio di Alexander, 58 ostaggi sono ancora detenuti a Gaza, di cui almeno 20 si ritiene siano ancora vivi.
(Foto da X)
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