BOLOGNA – Si chiama Manuela Brunner, vive a Kurtatsch in provincia di Bolzano e trasporta merci tra l’Italia e la Germania, la vincitrice della dodicesima edizione del Sabo Rosa, riconoscimento dedicato, nella ricorrenza dell’Otto Marzo, alle donne che lavorano nella filiera del trasporto di merci o persone: dalla guida alla logistica, passando per le officine e i ricambisti.
A scegliere la Camionista dell’anno 2021, sulla base delle candidature pervenute attraverso il Web, e in seguito a una votazione online, è stata una giuria composta dalle dipendenti del main sponsor dell’iniziativa, il bolognese Roberto Nuti Group, dal 1962 leader nel mercato dei ricambi per veicoli industriali, con il proprio marchio SABO (ammortizzatori e molle ad aria) e altri prodotti di importanti costruttori internazionali.
“Di Manuela Brunner ci è piaciuta la forza di volontà e la capacità di farsi strada nell’ambiente, dimostrando tenacia e competenza. Caratteristiche che fanno di lei una perfetta Camionista dell’Anno e un esempio per tutte le donne che vogliono intraprendere un mestiere sempre più inclusivo, proprio grazie a tutte le autiste di mezzi pesanti che percorrono ogni giorno le strade – spiega Elisabetta Nuti, direttore finanziario del Gruppo e presidente della giuria -. Quest’anno, purtroppo, non abbiamo potuto celebrare questo momento con la tradizionale visita ai nostri stabilimenti, a causa della pandemia che impedisce gli eventi in presenza. Abbiamo comunque voluto festeggiare Manuela inviandole il Sabo Rosa nell’attesa di poterci incontrare di persona al termine dell’emergenza”.
Quella di Manuela Brunner per i mezzi pesanti è una passione che nasce in tenera età. “Già da bambina giocavo assieme a mio fratello con i camion e gli escavatori nella sabbia. A diciotto anni ho cominciato a lavorare come segretaria in una ditta di trasporti e quello che era nato come un gioco mi ha spinto a prendere la patente per il camion e a cominciare a viaggiare”.
Un lavoro che ha portato la Camionista dell’Anno 2021 a guidare fra l’Italia e la Germania e a frequentare un mondo che, nel tempo, ha cambiato il proprio modo di confrontarsi con le autiste, aprendosi a nuove figure e nuove opportunità. “Quando ho iniziato a lavorare come autista conoscevo già gran parte dei miei colleghi, che mi hanno accettata da subito e con i quali ci siamo sempre dati una mano quando c’era bisogno. Col tempo ho incontrato molti altri colleghi e sono nate nuove amicizie. In generale sono in molti a complimentarsi quando vedono una donna autista, però ci sono anche quelli che mi guardano con scetticismo, convinti che questo lavoro sia solo per maschi. Nonostante ciò mi sono affermata in questo ‘mondo maschile’, dimostrando che una donna può lavorare bene e che laddove manca la forza si risolve col cervello”.
Questa tenacia ha portato, oggi, Manuela Brunner a ricevere l’ambito Sabo Rosa, lo speciale ammortizzatore in edizione limitatissima poiché creato appositamente una volta all’anno, per celebrare l’impegno delle donne che lavorano nel trasporto di merci o persone. “Il Sabo Rosa è una bella iniziativa. Solo l’idea di poter partecipare mi dava orgoglio e quando ho scoperto di essere stata votata Camionista dell’Anno sono stata davvero molto sorpresa e felice. La mia speranza è quella di essere fonte di ispirazione per qualche ragazza interessata a lavorare nell’ambito del trasporto. Questo è un riconoscimento che dedico alla mia famiglia e ai miei amici, che mi hanno sempre sostenuta nelle mie scelte”.
Un ultimo pensiero va a questo periodo di emergenza sanitaria, che sta provocando numerosi problemi, soprattutto a chi, come lei, effettua trasporti internazionali. “La pandemia ha portato diversi problemi per noi autisti che trasportiamo verso la Germania. Ora, prima di varcare il confine, dobbiamo munirci di un test negativo non più vecchio di 48 ore. Inoltre, dal punto di vista della vita sulla strada, tutto si è complicato. Anche se il traffico sulle strade è calato, con i vari lockdown e le diverse regole è diventato difficile trovare posti dove ci si può fermare per mangiare, e in alcune ditte, non ci è più permesso l’uso dei servizi igienici o l’accesso alle macchinette del caffè. La mia speranza che si torni presto alla normalità, per poi trovarci a pranzo o a cena coi colleghi nelle trattorie, come nei tempi prima della pandemia”.
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