“Mattina 9” omaggia Diego Armando Maradona: il morning show condotto da Mariù Adamo, in onda su Canale 9 – 7 Gold, ha dedicato un lungo speciale dedicato al ricordo del calciatore più forte di tutti i tempi.
Tanti gli ospiti intervenuti durante la trasmissione che hanno lasciato il proprio ricordo del Pibe de Oro: da Luciano Moggi a Maurizio Pistocchi, da Massimiliano Rosolino a Gianni Maddaloni. E ancora, Clemente Mastella, Fabiano Santacroce, Francesco Paolantoni, Angelo Pisani, Lorenzo Ruggiero e le testimonianze dei giornalisti Antonello Perillo, Francesco De Luca, Gianluca Monti, Enzo Agliardi, Angelo Cirasa.
Particolarmente significativo il ricordo di Luciano Moggi: “Il fuoriclasse lo conoscono tutti, ma l’uomo che ha lasciato questo mondo l’hanno conosciuto in pochi e per fortuna sono tra questi. Diego era una persona estroversa che ha avuto sempre l’obiettivo di portare in altro il nome di Napoli e del Napoli. Non per questo non era un giocatore facile da gestire soprattutto durante gli allenamenti, ma ogni volta che scendeva in campo tutto era dimenticato”.
Dello stesso avviso Maurizio Pistocchi: “Maradona è stato il più grande di tutti i tempi non solo per il lato tecnico, ma sopratutto sotto l’aspetto della personalità. Nato in quartiere povero di Buenos Aires, a Villa Fiorito, ha sempre preso una posizione di lotta nei confronti del potere, è sempre stato il calciatore del popolo. Pelé è stato uomo emblema della Fifa contro cui Maradona lottava, vera bandiera di un sentimento di rivoluzione contro l’oppressione dei potenti. Un uomo che è arrivato a grandissimi traguardi rimanendo sempre umile”.
“Diego può non essere stato un grande sportivo dal punto di vista fisico, ma quando scendeva in campo rappresentava lo sport a 360 gradi – è l’opinione del campione di nuoto Massimiliano Rosolino – I ragazzi devono prendere tutto il bene da quanto ha fatto Diego, perché tutti possono emergere nella vita, anche se si vivono condizioni di grande difficoltà”.
“Mi rivedo molto in Maradona – ha ricordato il maestro Gianni Maddaloni – Lui è stato uno scugnizzo nato in periferia che è riuscito ad emergere nella vita diventando un simbolo per i tanti ragazzi che sognano di scappare dalla strada. Spero che le istituzioni si muovano quanto prima per intitolargli lo stadio, affinché il simbolo di Diego continui a vivere nella sua città”.
“Maradona ha rappresentato una svolta nella mia vita – ha ricordato Antonello Perillo, caporedattore responsabile del Tgr Campania – Agli albori della mia carriera decise di parlare solo con me e così tutti i media napoletani riportavano le mie notizie su Diego. E’ stato anche e soprattutto un campione di solidarietà. Un giorno mi trovavo all’orfanotrofio di Marechiaro e vidi che in tutte le stanze c’erano palloni e magliette del Napoli. A quel punto chiesi spiegazioni a riguardo e il direttore dell’orfanotrofio mi rivelò che ogni giovedì Maradona si recava in quel luogo per portare regali ai bambini e giocare con loro. Il direttore si premurò che io non ne parlassi, perché fu lo stesso Diego a dirgli che il bene si pratica, ma non si pubblicizza.”
“Di Diego ricordo la sua grande dignità e la sua grande forza per superare ogni ostacolo e non scendere ad alcun compromesso – ha evidenziato l’avvocato Angelo Pisani – Più potenti erano coloro che si avvicinavano a lui e più lui li guardava con sospetto. Un uomo intelligente, che giocava a calcio prima con la testa e poi con i piedi. Purtroppo ha pagato dal punto di vista fisico quegli errori di gioventù che si è portato per tutta la vita e per cui le istituzioni non hanno fatto nulla per proteggerlo”.
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