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Olimpiadi 2026, pista da bob a Cortina senza bonifica: “Potrebbero esserci ordigni, fermatevi”

Olimpiadi 2026, pista da bob a Cortina senza bonifica: “Potrebbero esserci ordigni, fermatevi”

VENEZIA – Dalle previsioni del Piano di sicurezza e coordinamento del progetto esecutivo per la costruzione della pista da bob a Cortina per i Giochi invernali del 2026 sembra emergere che “non si procederà alla bonifica dell’area di cantiere anche a fronte dell’eventualità non remota di un rinvenimento di ordigni bellici inesplosi risalenti alla prima guerra mondiale”. E la cosa non preoccupa solo la sigla dei lavoratori edili della Cgil di Belluno, la Fillea, ma anche la consigliera regionale Cristina Guarda di Europa Verde. “Faccio mie le preoccupazioni sulla sicurezza dei lavoratori“, dice Guarda evidenziando che nel piano si legge “che il rinvenimento di ordigni bellici inesplosi appare poco probabile e si ritiene il rischio bellico residuo modesto accettabile. Nel continuare a ritenere che debbano prevalere le ragioni di contrarietà a suo tempo espresse anche dal Cio rispetto alla costruzione della pista da bob a Cortina, non può sfuggire come la possibile presenza di ordigni bellici inesplosi nell’area del cantiere imponga alle autorità una verifica effettiva e approfondita di questa eventualità, verifica cui si può dar luogo solo attraverso una bonifica dell’area”.

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Per Guarda, “non è affatto un caso che le norme di legge sul contenuto del Piano di coordinamento si soffermano proprio sulle misure atte a prevenire o ridurre i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori, con specifico riferimento ai rischi derivanti dal possibile rinvenimento di ordigni bellici inesplosi nei cantieri interessati da attività di scavo. I lavoratori- conclude la consigliera- arrivano prima di qualsiasi esigenza, certamente molto prima dell’esigenza di procedere speditamente”.

Contro il fatto che la pista da bob a Cortina debba essere “realizzata ad ogni costo” si scaglia ancora una volta la senatrice dell’Alleanza Verdi e Sinistra Aurora Floridia accusando il presidente del Veneto Luca Zaia di voler “ridurre il Cio a una sorta di notaio che deve solo prendere atto di decisioni già prese. Totale anarchia”. Ci sarà anche la Pizzarotti che ha raccolto la sfida di realizzare la pista, ma “le criticità sono tutte sul tavolo e sempre le stesse: in termini ambientali, di sicurezza, di costi, di eredità e di tempistica. Il Cio ha più volte ricordato che l’obiettivo di ogni struttura deve essere quella di avere una legacy col territorio, evitando nuove costruzioni dispendiose. Non è cambiato nulla, eppure si vuole tappare la bocca anche al Comitato olimpico internazionale, che ha già bocciato il progetto“, afferma la senatrice. “In un paese normale non funziona così, in un paese civile si pensa al bene comune, non agli interessi di parte”, conclude in una nota.

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