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Oman, mecca per le missioni archeologiche italiane: ce ne sono 11

AttualitàOman, mecca per le missioni archeologiche italiane: ce ne sono 11

Atenei italiani partner affidabili ricerca su ricca storia Sultanato
Milano, 16 ott. (askanews) – Nel 2023 il Ministero degli Esteri ha sostenuto 279 missioni attraverso la concessione di contributi (209) o riconoscimenti istituzionali: 11 di queste missioni sono attualmente in Oman.
Gli archeologi italiani sono presenti nel Sultanato fin dagli anni settanta, accolti calorosamente dalle autorità omanite, che hanno trovato nelle università italiane partner affidabili per sostenere la ricerca sulla ricca storia dell’Oman.
Le università italiane hanno così avviato una profonda e proficua collaborazione con le controparti locali, attraverso un dialogo costante che ha portato ad attività congiunte, pubblicazioni e approfondimenti, insieme alle Autorità omanite.
In diversi casi alcuni dei ricercatori sono diventati consulenti del Ministero dei Beni Culturali e del Turismo, incrementando ulteriormente le sinergie con il mondo accademico italiano. In questo contesto, l’impegno del Ministero degli Affari Esteri italiano a sostegno delle missioni archeologiche italiane, il dialogo regolare dell’Ambasciata con il Ministero per i Beni e le Attività del Turismo e l’affidabilità dei ricercatori italiani sono stati fondamentali per rafforzare il dialogo bilaterale e la cultura italiana presenza in Oman.

Ed ecco le missioni archeologiche italiane attualmente in Oman:
1) campagna di ricerca archeologica nell’area di Wadi Bani Khalid, riguardante gli insediamenti dell’Età del Ferro, diretta dal Prof. Romolo Loreto dell’Università degli Studi di Napoli “l’Orientale”.
2) campagna di ricerca archeologica nella necropoli di Musandam, dall’età del ferro all’età preislamica, diretta dal Dott. Francesco Genchi dell’Università di Roma “La Sapienza”.
3) campagna di ricerca archeologica nell’area di Khutm, iscritta nella lista dei patrimoni dell’UNESCO nel 1988, diretta dal Prof. Maurizio Cattani dell’Università di Bologna.
4) campagna di ricerca archeologica nell’area medievale di Al Baleed, diretta dalla dott.ssa Roberta Giunta, dell’Università degli Studi di Napoli “l’Orientale”.
5) campagna di ricerca archeologica nell’area di Salut e Bisyah, dal neolitico all’età islamica, diretta dal Prof. Andrea Zerboni dell’Università degli Studi di Milano.
6) campagna di ricerca archeologica riguardante la necropoli e l’insediamento di Al Batinah durante l’Età del Bronzo e del Ferro, diretta dal Prof. Marco Ramazzotti dell’Università di Roma “La Sapienza”.
7) campagna di ricerca archeologica sulle tombe monumentali preistoriche dell’Età del Bronzo e del Ferro ad Halban, zona South Batinah, diretta dal Dott. Eugenio Bortolini dell’Università di Bologna.
8) campagna di ricerca archeologica ad Al Tikha, Rustaq, diretta dalla Prof.ssa Sara Pizzimenti dell’Università di Pisa.
9) Un progetto riguardante lo sfruttamento dei delfini, e dei mammiferi marini in genere, nella Penisola Arabica dalla preistoria al periodo preislamico, diretto dalla Dott.ssa Elena Maini dell’Università di Roma “La Sapienza”.
10) campagna di ricerca archeologica nel Governatorato di Al Batinah Sud nel sito neolitico di Hayy Al Sarh, presso Rustaq, diretto dal Dott. Niccolo’ Mazzucco dell’Universita’ di Pisa.
11) campagna di ricerca archeologica nel Dhofar relative alle comunita’ locali risalenti all’eta’ del ferro, diretta dalla Dott.ssa Silvia Lischi dell’Universita’ di Pisa

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