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Pari opportunità, De Lise (commercialisti): i giovani professionisti siano considerati un valore aggiunto

Pari opportunità, De Lise (commercialisti): i giovani professionisti siano considerati un valore aggiunto

“Oggi le pari opportunità valgono rispetto al genere ma anche rispetto all’età. Essere giovani in Italia non è la cosa più semplice del mondo: siamo considerati arroganti o irresponsabili.

Accendendo i riflettori su questo tema, vogliamo dimostrare come invece essere giovani sia un valore aggiunto. C’è molto da fare, capisco che in tempo di Covid parlare di futuro per i giovani non sia semplice, ma non bisogna smettere di riflettere su argomenti che riteniamo strategici per le professioni e in generale per tutto il Paese”.

Lo ha detto Matteo De Lise, presidente dell’Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili, nel corso del webinar “Prospettive e futuro della professione: le pari opportunità per i giovani commercialisti”. Prima di avviare l’incontro, è stato rispettato un minuto di silenzio in occasione della Giornata per le vittime del Covid.

“Portare gli studi sul livello digitale, dematerializzando quanto più possibile, e creare studi aggregati porterebbe enormi vantaggi ai professionisti e ai propri clienti”, ha evidenziato Donatella Conzatti, segretario della Commissione Bilancio di Palazzo Madama.

“In futuro il sistema produttivo evolverà enormemente: nuovi mercati (penso a infrastrutture e green) si apriranno e dovranno essere accompagnati da competenze specifiche. E poi bisognerà avere uno sguardo di maggiore competenza rispetto alle aziende”.

Chiara Gribaudo (commissione Lavoro Pubblico e Privato alla Camera, da oggi nella segreteria nazionale del Partito Democratico con la delega “Missione giovani”), ha affermato: “Gran parte del futuro del Paese passa attraverso temi come la formazione e le specializzazioni.

Attenzione soprattutto a donne e giovani, che sono le categorie maggiormente penalizzate dalla pandemia. Sappiamo che senza uguaglianza non ci sarà ripresa. Ad esempio l’inserimento delle donne nel mondo del lavoro vale 7 punti di Pil, è un discorso non soltanto di uguaglianza sociale ma anche economico”.

Gaetano Stella, presidente Confprofessioni, ha evidenziato: “Negli ultimi anni sono mancate le politiche governative nei confronti dei giovani.

Ad oggi soltanto il 28 per cento dei laureati intende intraprendere un’attività libero professionale: molti sono orientati verso rapporti di lavoro a tempo indeterminato e questo è un problema anche per le casse di previdenza, a cui si dovrà porre rimedio”.

Secondo Claudio Siciliotti (past president dei commercialisti italiani), “il Covid ha diviso ancora di più in due l’Italia: da un lato i garantiti, dall’altro i professionisti e gli autonomi. Ma il governo è intervenuto a pioggia, senza pensare a quella parte del Paese realmente colpita dalla pandemia.

Ci sarebbe moltissimo da fare, forse l’idea di immaginare una no tax area fino al compimento del trentesimo anno di età e fino al secondo scaglione Irpef potrebbe essere una manovra straordinaria. Serve una profonda visione di cambiamento”.

Per Sonia Mazzucco, vicepresidente dell’Ungdcec, “Da una recente ricerca emerge che tra i giovani predomini un sentimento di paura e di sfiducia verso il lavoro, infatti l’idea predominante è quella di accettare qualsiasi lavoro e non sceglierlo. Bisogna lavorare per cambiare le cose”.

Marcella Caradonna (numero uno dell’Odcec di Milano), ha, invece, rimarcato come “i giovani professionisti oggi hanno enormi capacità e un grande senso di orientamento in questo mondo che sta cambiando velocemente.

Non credo che il futuro sia a tutti i costi nelle specializzazioni, quanto nelle sinergie e nell’imparare a fare rete”.

Infine, Simona Bonomelli (presidente dell’Odcec Bergamo), ha sottolineato: “Oggi è un giorno particolare, un anno fa i camion dell’Esercito trasportavano in città le bare dei nostri genitori e nonni.

In merito alla professione, voglio guardare anche al passato: questo lavoro è una vocazione, c’è un sentimento di appartenenza forte che è insito in noi sin dal momento in cui lo scegliamo. Il riformismo sfrenato e l’enorme burocratizzazione ci stanno danneggiando”.

Al webinar hanno partecipato anche Marianna Cugnasco (presidente Commissione Pari Opportunità Ungdcec), Maria Pia Nucera (presidente Adc); Andrea Dili (presidente Confprofessioni Lazio); Francesco Serao (past president del Cndcec); Giovanni Battista Calì (presidente Fondazione Telos).

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