Un ‘almanacco’ scritto dal neurologo napoletano Gennaro Barbato per medici, pazienti e familiari
NAPOLI – C’è chi è disperato perché non riesce a ‘gestire’ il padre anziano malato preda del gioco d’azzardo e del pc e chi, giovane malato, ha vergogna della patologia e si aiuta eccedendo con i farmaci, di fatto si ‘dopa’, e c’è chi colpevolmente ignora i ‘segni predittivi’ della patologia. Sono solo alcuni degli aspetti della ‘Malattia di Parkinson’, una patologia che mette in ginocchio intere
famiglie oltre ovviamente agli ammalati e che ha un forte risvolto sociale. E le cure sono il più delle volte solo sintomatiche, nel senso che si può combatterla ma senza mai riuscire a frenarla del tutto. Ecco perché serve informazione, coinvolgimento dei familiari del paziente e di chi li assiste,
valorizzazione della medicina del territorio e ricorso allo specialista neurologo. E, come per moltissime patologie, decisiva è la prevenzione e la capacità di cogliere i segnali affinché si possa arrivare alla diagnosi prima che progredisca verso fasi più avanzate con il coinvolgimento dei cosiddetti ‘sintomi motori’.
E’ lungo questa scia che si muove “Almanacco del paziente parkinsoniano” (E.L.I. Medica) del neurologo napoletano Gennaro Barbato, già autore di precedenti pubblicazioni e attivo nel servizio alla Asl Napoli 1 Centro. Un ‘manuale’ che contiene anche un capitolo di argomenti di medicina legale (invalidità).
E’ un tentativo, dice il medico, “di offrire uno strumento in più, con un linguaggio semplice, ai colleghi ma anche ai pazienti e ai loro familiari” in relazione alla malattia neurodegenerativa la cui causa è ignota e che nella sua fase avanzata si manifesta con tremore, lentezza e precarietà dei
movimenti. Conosciuta perché colpisce tutti, anche personaggi noti, evidenziata pure da un noto film – ‘Risvegli’ – che descrive gli effetti di un farmaco, la ‘Malattia di Parkinson’ – 400mila circa le persone coinvolte in Italia, ma secondo alcuni dati sono 600mila – ha una sua complessità, spiega il medico, per questo è fondamentale la collaborazione di tutti.
A partire da familiari e caregivers, ad esempio nel segnalare disturbi importanti del sonno, disordine del controllo degli impulsi,
depressione, stipsi, riduzione dell’olfatto. “E anche per la prevenzione di questa malattia – sottolinea il neurologo – è importante avere un corretto stile di vita, una sana alimentazione, evitare eccessi di stress, realizzare un dialogo continuo fra medico e paziente”.
Aggiunge il dottor Barbato: “Il meccanismo del Parkinson è questo: la malattia comincia al centro del cervello e si estende alla corteccia (sede della memoria); l’Alzheimer, invece, malattia con la quale spesso si
confonde, al contrario parte dalla corteccia e si dirige al centro del cervello dove ci sono le ‘centraline’ del movimento”.
Una patologia curabile ma cronica e che può provocare conseguenze gravi come una caduta improvvisa oltre a peggiorare progressivamente la qualità della vita.
Tuttavia, qualcosa si può fare. Barbato afferma: “La Levodopa resta il trattamento più efficace per il Parkinson in tutti gli stadi della malattia; è il precursore della dopamina e viene convertita a dopamina nel cervello”.
Ma importante, afferma lo specialista nell’Almanacco, è la corretta assunzione dei farmaci, il rispetto degli orari, il monitoraggio delle cosiddette ‘fluttuazioni”.
Su tutto, anche nel malato parkinsoniano, dieta e attività fisica e forte collaborazione e interazione malato-specialista.
“Nuove ricerche dimostrano che una dieta con antiossidanti come carotenoidi (vitamina A), luteina, vitamina C ed E, è fortemente legata ad un ridotto rischio di parkinsonismo e può incidere sulla progressione dei sintomi parkinsoniani, rendendola più lenta”.
La regina resta la Dieta Mediterranea, dunque. Insieme con l’attività fisica, di tutti i tipi. Il ballo, ad esempio.
“E’ stato dimostrato – sostiene Barbato – che anche il ballo può essere di grosso beneficio per i malati. Non solo rafforzerebbe l’elasticità delle articolazioni ma sarebbe in grado specificamente di ritardare i sintomi di questa malattia”. Una indicazione che il dottor Barbato
prende alla lettera per il suo benessere fisico se è vero che per le sue visite domiciliari percorre, nella giornata dedicata, partendo da Piazza Nazionale (sede del Distretto Sanitario 33), tra i 7 e gli 8 chilometri.
“E’ fondamentale – conclude il neurologo – l’impegno del paziente e del suo entourage: una malattia cronica non è solo quella di un individuo ma anche della propria famiglia”.
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