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Riparte la campagna “Mediterraneo da remare NoLitter e PlasticFree”

AttualitàRiparte la campagna "Mediterraneo da remare NoLitter e PlasticFree"

Milano, 10 giu. (askanews) – Marine litter e inquinamento da plastica sono tra le maggiori sfide ambientali più urgenti del nostro tempo, implicano impatti devastanti sui delicati equilibri degli ecosistemi marini e con rischi scientificamente provati per la salute umana. L’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) nel report “The Mediterranean: mare plasticum”, ha stimato che nel Mediterraneo si siano accumulate oltre un milione di tonnellate di plastica di cui, galleggiante, ben 3.670 tonnellate, con 730 tonnellate rilasciate ogni giorno. Oltre l’enorme quantità è anche la sua persistenza ad essere allarmante. La maggior parte degli oggetti in plastica, infatti, si degrada in frammùenti sempre più piccoli sicché nel Mare Nostrum fluttua la sorprendente quantità di 64 milioni di microplastiche per chilometro quadrato. Oltre 100 mila sono le tonnellate di reti e attrezzi da pesca abbandonati ogni anno, un gesto criminale che va ad aggravare le già profonde ferite inferte ai fondali.

Per sensibilizzare contro ogni forma di inquinamento dei mari e dei bacini idrografici, e per sollecitare sforzi concertati da parte di Istituzioni, realtà ambientaliste e imprenditoriali, riparte “Mediterraneo da remare #NoLitter e #PlasticFree”, la campagna promossa dalla Fondazione UniVerde in collaborazione con Fondazione Marevivo, con l’adesione del Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera, con il prestigioso patrocinio di UNEP/MAP – United Nations Environment Programme / Mediterranean Action Plan, in collaborazione con la Federazione Italiana Canoa e Kayak e con Almaviva in qualità di campaign partner.

“Affrontare questa crisi ambientale richiede un approccio che integri chiari ed adeguati quadri giuridici, innovazione tecnologica, ricerca scientifica e un cambiamento radicale nelle nostre abitudini di consumo. È allarmante che recenti studi abbiano rilevato microplastiche persino nella placenta umana e altri abbiano evidenziato che la loro ingestione, attraverso il cibo contaminato, può causare lo sviluppo di tumori – sottolinea Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della Fondazione UniVerde -. Occorre invertire questa tendenza prima che i danni siano irreversibili e la tecnologia, soprattutto italiana, è dalla nostra parte, come i sistemi di monitoraggio e controllo dallo spazio. E ancora, imprese che producono contenitori riutilizzabili di qualità o borracce termiche, al posto di infinite quantità di bottigliette di plastica monouso, l’applicazione dell’ingegneria sottomarina nell’installazione delle strutture eoliche offshore galleggianti, sostenibili e rispettose degli ecosistemi marini, che non comportano trivellazioni del fondale ma solo un sistema di ormeggi. Dalle barriere galleggianti per la raccolta dei rifiuti lungo i fiumi, ai dissalatori mobili marini che disperdono gradualmente la salamoia durante la navigazione e consentono di evitare una moltiplicazione di impianti fissi e fortemente impattanti, soprattutto negli arcipelaghi. Quelle presentate oggi sono solo alcune valide risposte alle esigenze di tutela di mare e delle coste. Le soluzioni per la salute dei mari, della biodiversità e di noi stessi esseri umani partono dalla terraferma, da una sana riprogettazione del nostro modo di produrre e consumare, ponendo fine alla dipendenza dagli articoli monouso e incentivando invece le buone pratiche di economia circolare”.

“Stiamo distruggendo un patrimonio inestimabile senza neanche conoscerlo. Oltre l’80% dei fondali marini e il 98% di quelli abissali sono inesplorati, ma sempre aggrediti – spiega Carmen Di Penta, Direttore Generale della Fondazione Marevivo -. Per questo oggi è fondamentale e urgente promuovere e diffondere la conoscenza a tutti i livelli, poiché senza una trasformazione culturale non è possibile arrivare a vincere la sfida epocale che vede coniugati sviluppo economico e tutela ambientale”.

“L’acqua è un elemento indispensabile, di vita, e lo sport può essere strumento di promozione di iniziative come quelle che vengono lanciate sistematicamente per mantenere vivo il mare – evidenzia Andrea Abodi, Ministro per lo Sport e i Giovani -. I grandi avvenimenti sportivi, come l’America’s Cup, possono contribuire a essere un veicolo di ulteriore promozione di una relazione virtuosa, sana, positiva, propositiva e attiva con il mare. Non dobbiamo dimenticare poi il fattore educativo in senso generale, a partire dalla scuola, e infatti non è un caso che ai Giochi della Gioventù abbiamo associato lo sport a elementi che contribuiscono al benessere e all’alfabetizzazione civica di ragazzi e ragazze”.

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