ROMA – L’U.A.P. (Unione Nazionale Ambulatori, Poliambulatori, Enti e Ospedalità privata) ha lanciato un duro monito sullo stato della sanità italiana, denunciando il rischio di un collasso imminente a causa dei tagli introdotti dal nuovo nomenclatore tariffario, fermo da 26 anni nonostante l’aumento del costo della vita. Con oltre 27.000 strutture sanitarie e 350.000 dipendenti, l’U.A.P. sottolinea che le recenti decisioni sembrano favorire interessi di lobby e multinazionali a discapito della salute dei cittadini e della sostenibilità delle strutture private accreditate.
Un esempio dei tagli
Tra le criticità evidenziate, l’U.A.P. cita il caso del rimborso per un Ecocolor Doppler arterioso e/o venoso agli arti inferiori, che scende da € 87,80 a € 47,00. La cifra non solo non copre i costi, ma costringe il professionista a eseguire due esami al prezzo di uno, mettendo in discussione la sostenibilità economica e le responsabilità civili e penali del medico. Situazioni simili riguardano anche il rimborso per un elettrocardiogramma con visita cardiologica, fissato a soli € 17,50, e quello per esami del toxoplasma e anticorpi IGG/IGM, ridotto a € 8,50 dai precedenti € 23,37.
“Come è possibile che un medico specialista, con responsabilità civili e penali, debba accettare rimborsi così bassi?”, si chiede l’U.A.P. Gli esami richiedono l’uso di apparecchiature di primo livello e comportano spese di gestione significative, mentre i medici a gettone negli ospedali pubblici ricevono compensi orari pari a € 85,00.
La questione dei fondi e del caos regionale
Durante la Conferenza Stato-Regioni, è stata riconosciuta la possibilità per le Regioni in piano di rientro di ripianare i disavanzi. Tuttavia, l’U.A.P. denuncia l’assenza di risorse adeguate e la mancanza di trasparenza su dove verranno reperiti i fondi per colmare queste lacune. “Come faranno gli ospedali pubblici e le strutture private a sopravvivere?”, si domanda l’associazione.
In questo contesto, la Regione Lombardia ha già preso contromisure. Dopo l’approvazione del nuovo nomenclatore il 14 novembre, l’assessore al Welfare Guido Bertolaso ha deliberato un incremento dei fondi per evitare un miliardo di euro di perdite nel 2024. Tuttavia, lo stesso presidente Attilio Fontana ha criticato la pubblicazione di dati “parziali e provvisori” che contribuiscono a generare confusione.
Il caso delle farmacie dei servizi
L’U.A.P. solleva ulteriori perplessità sull’utilizzo dei fondi destinati alle farmacie dei servizi, che hanno sottratto oltre 113 milioni di euro alla sanità pubblica senza risultati chiari. “Quali sono stati gli esiti di questa sperimentazione?”, chiede l’associazione, mettendo in dubbio il valore diagnostico e legale dei referti emessi dalle farmacie, in assenza di un accreditamento ufficiale come strutture sanitarie.
Un appello alle istituzioni
L’U.A.P. si rivolge al Ministero della Salute, al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, chiedendo trasparenza e legalità per tutelare i cittadini. “La sanità italiana, un tempo fiore all’occhiello del nostro Paese, rischia di crollare sotto il peso di scelte confuse e dannose che privilegiano interessi personali e multinazionali”, afferma l’associazione.
Secondo l’U.A.P., i recenti provvedimenti dimostrano una mancanza di volontà politica nel risanare il sistema sanitario italiano, aggravando una situazione già critica. “Siamo nel caos: è ancora possibile salvare la sanità pubblica e privata accreditata?”, si conclude nel comunicato.
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