Roma, 10 giu. (askanews) – No di Slow Food Italia, Slow Food Piemonte e Valle d’Aosta e Slow Food Vercelli al maxi-allevamento intensivo di 274.000 galline ovaiole di galline ovaiole ad Arborio, nel vicentino che, per le associazioni, è “è una scelta sbagliata sotto ogni punto di vista: ambientale, sanitario, agricolo ed etico”.
Costruito ad appena 3 km da un Parco e da una Riserva Naturale, nel cuore dell’unica DOP italiana del riso, “Riso di Baraggia Biellese e Vercellese”, questo maxi allevamento, denuncia Slow Food, avrà “un forte impatto sull’ambiente e sul territorio: comporterà un consumo irreversibile di suolo di 20.450 m2, preleverà 23.000 m3 d’acqua e rilascerà in atmosfera circa 19 tonnellate di ammoniaca ogni anno, con pesanti ricadute su qualità dell’aria, salute pubblica e biodiversità”.
Negli allevamenti avicoli di queste dimensioni, denunciano le associazioni, “le galline vivono in condizioni di enorme sofferenza, ammassate in spazi ristretti che diventano l’ambiente ideale per la proliferazione di malattie: ciò comporta la somministrazione massiccia e continua di dosi di antibiotici, con conseguenze molto negative anche sul cibo destinato al consumo umano, in questo caso le uova”.
A proposito di uova, da anni Slow Food porta avanti campagne e iniziative di informazione sull’etichettatura che si trova soprattutto nella grande distribuzione.
E domenica 22 giugno, Slow Food Vercelli organizzerà un presidio presso l’allevamento biologico di galline ovaiole La Verdella Piccola di Cigliano, che per l’occasione aprirà simbolicamente le porte a chi vorrà conoscere da vicino un modello virtuoso di produzione.