ROMA – Le Nazioni Unite hanno accolto con soddisfazione il passaggio di un primo convoglio umanitario con 133 tonnellate di aiuti presso un nuovo valico di accesso alla regione di Lugansk, nell’est dell’Ucraina, autoproclamatasi repubblica indipendente nel 2014 nel corso di un conflitto armato. La zona, che non e’ riconosciuta come indipendente dalla comunita’ internazionale, e’ interessata da allora da tensioni e sporadici scontri a fuoco lungo la cosiddetta “zona di contatto” con il resto dei territori dell’Ucraina.
L’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari (Ocha) ha definito il passaggio del convoglio umanitario nella zona “un notevole traguardo”. Allo stesso tempo Ocha ha esortato le “parti coinvolte” a garantire pienamente l’accesso diretto degli aiuti umanitari attraverso un valico con la regione confinante di Donetsk, altro territorio della regione del bacino del fiume Don a essersi autodichiarato indipendente nel 2014, che e’ solo “parzialmente” operativo. L’Onu ha evidenziato nella nota che “qualsiasi ostruzione agli aiuti unamitari costituisce una violazione della legge umanitaria internazionale”.
L’ufficio dell’Onu stima in 3,4 milioni il numero di cittadini ucraini delle zone orientali che necessitano di aiuti durante la fase di pandemia. Nei giorni scorsi il tema della liberta’ di circolazione lungo la linea di contatto e’ stato al centro di un incontro tra il presidente ucraino Volodimir Zelenskij, il presidente del Consiglio d’Europa Charles Michel e rappresentanti dell’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati (Unhcr).
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