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Usa, Kennedy Jr.: “Sessant’anni di insabbiamenti, ma sarò presidente”

Usa, Kennedy Jr.: “Sessant’anni di insabbiamenti, ma sarò presidente”

ROMA – “Sessant’anni di insabbiamenti”, con “forti prove” di un ruolo della Cia: a rileggere così la storia americana cominciata il 22 novembre 1963, il giorno dell’assassinio di John Fitzgerald Kennedy, è un nipote del presidente americano. Non un cittadino qualunque ma un candidato alla Casa Bianca.
Lui si chiama Robert Kennedy Junior ed è figlio di un altro Kennedy assassinato, il senatore Bobby, ucciso durante la campagna per le primarie democratiche per le presidenziali nel 1968. Dell’omicidio di “Jfk”, avvenuto a Dallas per mano di Lee Harvey Oswald, tiratore scelto di dubbie affiliazioni marxiste, a sua volta ucciso due giorni dopo in diretta tv dal proprietario di un night, si è tornato a parlare a ridosso dell’anniversario.

C’è chi, come il quotidiano britannico The Guardian, lo ha definito il “primo complotto”: vale a dire l’archetipo del delitto perfetto per alimentare teorie della cospirazione mai corroborate fino in fondo da prove provate. Di cospirazione sa qualcosa anche Robert Kennedy Junior.

Candidato alla Casa Bianca da indipendente, dopo aver rotto con il Partito democratico di famiglia, ha parlato di Dallas e di molto altro. Ha ricordato che suo padre, all’epoca ministro della Giustizia, telefonò alla Cia dicendo: “Siete stati voi?”.

Tema forte è anche il Covid, affrontato come fondatore della sua ong Children’s Health Defence, e come libero pensatore: la tesi è che il virus sia stato “concepito per colpire i bianchi e i neri”, mentre “gli ebrei ashkenaziti e i cinesi sono immuni”. In qualche intervista Kennedy Jr. ha anche detto che il 5G minaccia la salute, che i vaccini causano autismo e che gli antidepressivi provocano le stragi da armi da fuoco.

Le ultime dichiarazioni? Riguardano le elezioni per la Casa Bianca, in programma tra un anno. “I democratici hanno paura che impedirò la rielezione del presidente Biden, mentre i repubblicani temono per il presidente Trump” ha detto Kennedy junior, aggiungendo: “La verità è che hanno entrambi ragione”.

Pare che le possibilità del nipote di “Jfk” di essere eletto siano prossime allo zero. L’elezione di Biden nel 2020 era stata però decisa da poche decine di migliaia di voti, 11mila nel caso della Georgia. Il punto allora è capire a quale candidato Kennedy jr. toglierà voti: se ai democratici, per via magari del cognome, o a Trump, che nel 2020 si era detto vittima di un complotto, non mortale, solo elettorale.

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