ROMA – Sospendere subito i diritti di proprietà intellettuale sui vaccini, rilanciando la lotta al Covid-19 in modo sostenibile ed equo: a chiederlo in un’intervista con l’agenzia Dire è Stefania Burbo, chair del coordinamento italiano del Civil 20.Parole, le sue, a nome di un “engagement group” voce della società civile internazionale di fronte ai governi del G20, pronunciate in vista di incontri in programma mercoledì e giovedì all’Organizzazione mondiale del commercio (Omc/Wto). A riunirsi sarà il Consiglio Trips, acronimo di Agreement on Trade-Related Aspects of Intellectual Property Rights, l’accordo che dagli anni Novanta del secolo scorso disciplina la tutela dei diritti di proprietà intellettuale.
Secondo Burbo, “con una decisione perfettamente legale, motivata dall’emergenza sanitaria, rispetto a farmaci, vaccini e altri dispositivi di contrasto al nuovo coronavirus, il Wto può sospendere temporaneamente l’applicazione del Trips”. Una scelta del genere potrebbe scongiurare il ripetersi di errori già commessi in passato per la lotta contro l’Aids, sottolinea la chair del Civil 20: “Prezzi elevati e restrizioni legate alla proprietà intellettuale provocarono nell’Africa subsahariana milioni di morti che si sarebbero potuti evitare”.Burbo è anche focal point del Network italiano salute globale e co-portavoce di Gcap, la Coalizione italiana contro la povertà. La sua tesi di fondo è che oggi siano più che mai necessari investimenti nella sanità pubblica e nella promozione e condivisione della ricerca scientifica. “Esigenze strettamente collegate al tema del Covid-19” sottolinea la chair del Civil 20, “con test, terapie e vaccini che devono essere considerati come beni pubblici globali”.Nell’intervista Burbo discute di un articolo dell’economista indiana Jayati Ghosh, dal titolo ‘Vaccine Apartheid’, e di un allarme lanciato da Winnie Byanyima, direttrice esecutiva di Unaids, l’ente delle Nazioni Unite specializzato nel contrasto al virus dell’Hiv e alla sindrome da immunodeficienza acquisita.Stime credibili, sempre secondo Byanyima, indicano che nove cittadini su dieci nei Paesi più svantaggiati non avranno un vaccino contro il Covid-19 quest’anno. Un monito chiave, ripreso anche nelle raccomandazioni di Civil 20 ai capi di Stato e di governo, riguarderà poi il rischio che prezzi troppo alti blocchino l’accesso ai vaccini e spingano i Paesi più svantaggiati in una crisi del debito ancora più profonda. “Si può comprendere che gli Stati siano in qualche modo egoisti per tutelare i loro cittadini, purché non si perda il lume della ragione” dice Burbo. “Altrimenti, di variante in variante, non si riuscirà a tenere la pandemia sotto controllo ancora per anni”.
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