(Adnkronos) – Anche nell’antichità non sono mancati i “femminicidi” che oggi combattiamo ed è un esempio quello di Ipazia “una scienziata che venne uccisa anche perché era una donna che non sapeva stare al suo posto, era una donna che aveva una vita pubblica, che prendeva posizioni pubbliche”, Ipazia “è un esempio di una mentalità patriarcale antichissima che sopravvive anche adesso come si vede dai tanti femminicidi che ancora registriamo”. A rilevarlo è stato il Nobel per la Fisica, Giorgio Parisi, aprendo la due giorni di studio che, oggi e domani, l’Accademia dei Lincei ha voluto “consacrare” e interamente dedicare a Ipazia. Scienziata vissuta ad Alessandria fra IV e V secolo, Ipazia visse in quel periodo di cerniera storica fra Prima e Seconda Roma, fra civiltà romana antica e Bisanzio, che si definisce Tarda Antichità. “La storia di Ipazia – ha proseguito Parisi – ha molto colpito l’immaginazione collettiva, anche al di fuori degli addetti ai lavori”. “La storia di Ipazia contiene tantissimi temi” ha indicato inoltre il linceo e professore Giorgio Parisi evidenziando che “la storia di Ipazia ci racconta di come i perseguitati, in questo caso i cristiani, si siano velocissimamente trasformati in persecutori, una volta preso il potere”. Ma, ha osservato il Nobel per la Fisica, “è anche un momento di passaggio tra civiltà diverse e ci fa veder come la tradizione scientifica greca scompare e poi viene anche dimenticata”. “Ipazia – ha detto ancora Parisi – è una figura che mi è molto cara” tanto che “nel 2018, all’inaugurazione dell’Anno Accademico dell’Accademia dei Lincei, in qualità di presidente, dicevo: ‘Non dobbiamo essere sicuri che lo sviluppo della scienza sia inarrestabile’” perché “confidare ciecamente sull’ineluttabilità del bisogno che lo sviluppo tecnologico ha dello sviluppo scientifico può essere un tragico errore”.
“I romani – ha continuato Parisi – hanno conservato la tecnologia greca senza curarsi molto della scienza greca e i fanatici cristiani, comandati dal vescovo Cirillo di Alessandria, hanno tranquillamente fatto a pezzi la matematica-astronoma Ipazia senza curarsi affatto delle conseguenze a lungo termine, anzi rallegrandosi della scomparsa di un sapere profano, ritenuto inutile se non dannoso”.
“Ora questo convegno che affronta la storia di Ipazia è estremamente importante in quanto ci racconta la storia vera di Ipazia, liberata da tutte le incrostazioni che pian piano si sono spesso presentate e che ci hanno impedito di mettere a fuoco la vera figura della scienziata” ha osservato infine lo scienziato Giorgio Parisi. Alle due giornate promosse a Palazzo Corsini dall’Accademia dei Lincei, partecipano scienziati, filosofi e storici. I contributi di questi ultimi verteranno non soltanto sulla biografia di Ipazia e sul contesto nel quale visse – sulla morfologia culturale della città di Alessandria, sulla sua sede episcopale, sulle aspirazioni teocratiche e le lotte di potere che portarono all’istigazione del brutale assassinio della filosofa – ma si concentreranno, soprattutto, sul suo insegnamento neoplatonico, e in quanto tale anche matematico, fisico e astronomico, sulle caratteristiche della scuola di Ipazia e su quanto può ricostruirsi, con certezza, delle sue ricerche dedicate alle materie di cui oggi si occupano le scienze esatte. Le relazioni degli scienziati, nella due giorni di studio all’Accademia dei Lincei, partendo da questi ultimi interessi specifici di Ipazia, ricostruibili grazie alla testimonianza indiretta dalle fonti, rifletteranno sulla sua figura e vi si ispireranno per declinare i temi della sua ricerca alla luce degli sviluppi e delle acquisizioni della scienza contemporanea. (di Andreana d’Aquino)